Stai calmo“.
– “Vi aspetto tutti al varco“.
Non è affatto una discussione tra due wrestler, né un appuntamento organizzato al fight club, bensì l’esito dell’intervista di Mario Sconcerti a Massimiliano Allegri.
La faccia spiazzata della conduttrice Simona Rolandi è apparentemente comprensibile, se non si prende in considerazione il fatto che, come dicono molti sociologi, è nel momento della festa che la lite è dietro l’angolo.

Allegri-Sconcerti, il casus belli

9 maggio 2018, la Juve di Allegri ha appena vinto la sua seconda Coppa Italia di fila schiantando il Milan con 4 gol di passivo. Non abbiamo riprese dello spogliatoio del Milan dopo il match per raccontare la lite Gattuso Donnarumma: il portiere rossonero ora ambito da mezza Europa aveva infatti controllato male un pallone poi scagliato in porta da Benatia e non era incolpevole nemmeno su un altro paio di reti.
Ad essere arrabbiato però, è Allegri.
Il casus belli è una domanda in particolare: “Ritieni che il tuo ciclo alla Juve sia finito“?
Chiaramente Sconcerti la acchitta bene, prova a renderla politicamente corretta: missione fallita. Nella questione del giornalista di Rai Sport Allegri vede la malizia, si sente che l’interrogativo è scomodo, così l’ex mister bianconero riprende quell’accento tipico di Coteto – quartiere livornese – e parte col monologo.

“Vi aspetto, tutti quanti”

A me hanno insegnato a parlare di calcio in maniera semplice, invece tante volte ne sento parlare come se si dovessero mandare i missili sulla luna“, “Ci sono quelli che spiegano calcio e quelli che parlano di calcio“.
Se c’è una cosa che è vietato fare con Allegri, è chiaro da sempre, è interromperlo nel mezzo di un imprecazione maremmana (oltre a dissuaderlo dal mettere De Sciglio al posto di Cristiano Ronaldo).
Sconcerti ci prova, a suo rischio e pericolo raccogliendo il “Vi aspetto, tutti quanti” di sfida.
Il giornalista prova a raffreddare Allegri: “Stai calmo“, col tono minaccioso di chi li ha intervistati tutti e il sorriso di chi ne ha sentiti imprecare tanti.
E meno male che nella stessa sera non si è trovato a chiedere dell’autogol di Kalinic a mister Gattuso.


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