Negli ultimi giorni il mondo del giornalismo è stato scosso da un accadimento che ha sollevato la discussione sul ruolo del giornalista quando si parla di salute e privacy. Il caso in questione è quello che ha visto protagonisti Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna, e il Corriere dello Sport, nella figura del suo direttore Ivan Zazzaroni. Il giornalista ha scelto di pubblicare in anteprima la notizia della malattia del tecnico serbo nonostante quest’ultimo avrebbe voluto dare personalmente la comunicazione.

Dopo aver visto la prima pagina del Corriere dello Sport che riportava la notizia sul suo stato di salute, è stato lo stesso Mihajlovic a manifestare il rammarico per la decisione di Zazzaroni. A suo avviso l’amico ventennale avrebbe preferito rovinare il loro rapporto pur di vendere qualche copia in più.

In seguito alla conferenza stampa si è quindi sollevata una discussione che ha portato molte persone a scagliarsi contro il direttore del giornale sportivo.

La questione su Mihajlovic è poi proseguita il giorno seguente con un articolo del direttore Zazzaroni in cui ha ammesso che non lo rifarebbe: “Ho fatto il giornalista non l’amico”. A questo punto la polemica su quanto accaduto ha interessato anche l’USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana) che ha preso le distanza rispetto alle scelte e all’articolo di Zazzaroni.

Questo il testo del comunicato dell’USSI

“Caro Sinisa, tutti i giornalisti sportivi italiani ti sono vicini e vogliono giocare al tuo fianco questa difficile partita, che sicuramente vincerai. Ci dispiace che, in questa circostanza così delicata, non tutti i colleghi abbiano rispettato i principi deontologici fondamentali, che devono sempre prevalere su qualsiasi esigenza. Ci scusiamo per loro. Ti vogliamo bene”. 

La discussione è quindi esplosa sia tra gli addetti ai lavori che nella pubblica opinione, ponendo sotto la lente d’ingrandimento la questione legata alla deontologia giornalistica rispetto alla salute e alla privacy.

Corriere dello Sport VS USSI sul caso Mihajlovic

Giornalismo, salute e privacy: quali confini?


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