Ha vinto ancora una volta la linea esterofila in casa Roma. Paulo Fonseca, allenatore portoghese classe 1973, nato a Nampula nell’attuale Mozambico è stato annunciato oggi dalla stessa società giallorossa sui suoi profili social. Arriva nella Capitale dopo aver lasciato lo Shakhtar con cui ha vinto 3 campionati consecutivi.E’ l’allenatore giusto per la Roma? Dove ha allenato? Come fa giocare la sua squadra? Quali trofei ha vinto?

La carriera da giocatore non è di quelle indimenticabili. Parliamo di una militanza in squadre che si piazzano sempre tra prime posizioni in seconda divisione o centrano a fatica la salvezza nella massima serie portoghese. La sua unica esperienza in un top club, il Porto, si è conclusa con 0 presenze. Chiude la carriera nel Estrela Amadora e si mette subito ad allenare nelle serie minori portoghesi. L’exploit è rappresentato dal terzo posto del Pacos Ferreira con cui centra l’incredibile possibilità di giocarsi i preliminari di Champions. Viene quindi chiamato dal Porto e vince subito la Supercoppa portoghese, ma nel corso dell’anno viene esonerato a causa di una eliminazione precoce in Champions e un deludente terzo posto in classifica.

Paulo Fonseca torna quindi al Pacos, fa ancora bene e viene chiamato dal Braga, dove conquista la Coppa di Portogallo e si piazza al quarto posto. Grazie a questo risultato viene scelto dallo Shakhtar per sostituire Lucescu. Qui in 3 anni ha vinto 3 campionati e 3 coppe d’Ucraina. Un buon risultato ma niente di straordinario considerando che l’unica avversaria degna è la Dinamo Kiev mentre le altre squadre come il Mariupol o lo Zorya partecipano più che altro per fare numero.

Gli anni dello Shakthar

Lo Shakhtar di Paulo Fonseca il nuovo allenatore della Roma

Iniziamo col dire che non è mai facile allenare una squadra come lo Shakhtar per diversie motivi. Per prima cosa a causa della situazione politica che vive ormai da anni la regione. Rinat Akhmetov, il proprietario della squadra, ha perso più di 10 miliardi di dollari da quando è scoppiata la guerra del Donbass a oggi. Sono passati gli anni dei grandi investimenti per portare in Ucraina i migliori brasiliani sul mercato, come fatto con Douglas Costa, Fernandinho e Willian ad esempio. Qui veniamo al secondo motivo, nonostante gli investimenti per il mercato siano notevolmente scesi la politica del club è rimasta la stessa. Per il reparto difensivo si punta sui talenti di casa, dal centrocampo in su si va a pescare sempre in Brasile. E allestire una formazione in cui si intrecciano questi due mondi così diversi non è mai facile.

Inoltre Paulo Fonseca era chiamato, alla prima avventura fuori dal Portogallo, a raccogliere la pesante eredita di un pezzo di storia del calcio: Mircea Lucescu. Uno da 34 trofei in carriera non è facile da far dimenticare. Eppure Fonseca con il suo 4-2-3-1 all’europea, a trazione offensiva ma senza mai sbilanciarsi troppo, è riuscito a portare a casa tutti i trofei disputati a livello nazionale.

Ora lo aspetta un altro salto di qualità. E’ chiamato a risollevare una Roma allo sbando, da rifondare. Parte già con la diffidenza del popolo romanista, che si vede arrivare l’ennesimo tecnico straniero con un curriculum in divenire.

Sicuramente sarà una grande sfida per lui, vedremo se ne sarà all’altezza.

Marco Napoleoni

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