L’Atalanta è salita almeno per qualche ora al terzo posto, e soprattutto ha consolidato la sua posizione nella corsa Champions, battendo anche il Genoa. L’ha fatto nella giornata forse più difficile, senza due centrali titolari e senza Gomez, che è l’uomo speciale per questo tipo di partite. L’ha fatto con l’intuizione di Gasperini, che a inizio ripresa ha messo in campo Barrow ed è stato subito ripagato, ma soprattutto l’ha fatto con quella sua doppia anima che dovrebbe mettere tutti d’accordo, i cultori dello spettacolo a tutti i costi e quelli che giustamente guardano soprattutto all’obiettivo.

Sì, perché ad esempio l’Atalanta è stata capace prima di colpire con un lancio di trenta metri appunto per Barrow, cogliendo dunque di sorpresa la linea avversaria, e poi è stata capace di raddoppiare con un’azione alla mano. Insomma, il calcio è più semplice di quanto si voglia spesso rappresentare. L’Atalanta, il modello Atalanta, è fatta non solo di idee e di gioco, ma anche di sofferenza come quella nel finale, di partita di attesa, di modernità, che vuol dire non essere legati a un solo modo di giocare, magari di spingere sempre sull’acceleratore, incurante delle situazioni e dei momenti.

Complimenti a Percassi, a Gasperini, ai suoi giocatori, ai tifosi che – addirittura anche loro – sanno quando bisogna pazientare e quando bisogna invece andare all’attacco. E questo è il calcio.

Alessandro Vocalelli