E’ arrivata oggi lettera della Commissione Ue, dalla quale si evince che il nostro Paese non ha “fatto progressi sufficienti verso il rispetto della regola del debito nel 2018″. Il governo italiano è, pertanto, chiamato a dare una risposta entro 48 ore per dire come e se intendere far rientrare l’aumento del debito pubblico per evitare una procedura europea. Ad esprimersi per primo in merito, durante la diretta di “Lavori in corso“, è stato l’on. Luigi Marattin, capogruppo del PD nella V Commissione permanente.

Luigi Marattin (PD): “Più paese dei balocchi che seria politica economica del Governo”

La Commissione Ue prende atto che il debito pubblico italiano, in rapporto al PIL che, dopo 5 anni di sostanziale stabilità, alla fine del 2018 ha ripreso a salire. La Commissione, quindi, chiede conto al Governo di questo aumento, chiedendo se ci sono dei fattori speciali che giustificano l’aumento del debito, perché le regole europee consentono aumenti di deficit e di debito, qualora ci siano costanze eccezionali” ha spiegato l’ex consigliere economico sotto i governi Renzi e Gentiloni, aggiungendo che il problema “è che queste circostanze eccezionali non credo ci siano, perché la prima di queste è quando l’economia è in particolare recessione. Noi sappiamo che, nel 2018, il PIL è cresciuto quasi dell’1%. La Commissione si limita a registrare questa deviazione alle regole e, per ora, chiede solo al Governo di dire la sua sul perché l’ha fatto“.

Ho sentito dire da Salvini anche che la flat tax al 15% si può fare perché tanto verrà coperta dal fatto la gente comincerà a spendere, a consumare, quindi lo Stato incalzerà su tasse. Somiglia più a un paese dei balocchi che a una seria conduzione di politica economica. Ho l’impressione che stiamo scherzando un po’ con il fuoco” ha osservato il politico del PD.

Alberto Gusmeroli (Lega): “Il debito pubblico è sostenibile”

Sulla questione della lettera Ue e dell’aumento del debito italiano è intervenuto anche l’on. Alberto Gusmeroli, deputato della Lega.

E’ una lettera in cui non si può rispondere in un tempo abbastanza breve. E’ arrivata a due giorni dalle elezioni (europee 2019, n.d.r.), c’era tutto il tempo… Se dobbiamo vedere, negli ultimi sette anni in cui ha amministrato il PD, il debito pubblico è aumentato di oltre 500 miliardi. Non ho visto particolarmente attenzione della Commissione Europea in quegli anni, adesso invece c’è una particolare attenzione” ha detto Gusmeroli, specificando che “sicuramente verrà valutata con la massima attenzione. Dobbiamo tenere in considerazione alcuni fattori positivi. Nel primo trimestre del 2019 abbiamo un incremento della produzione industriale e una diminuzione della disoccupazione, tutti dati che avranno sicuramente un miglioramento ulteriore nel secondo semestre 2019, quando la finanziaria sortirà i suoi effetti“.

Il problema potrebbe essere se il debito pubblico non fosse sostenibile. Il debito pubblico è sostenibile” ha proseguito il politico leghista “il problema su cui si sta concentrando il Governo è la bassa crescita. Non a caso c’è un decreto Crescita in Parlamento, sul quale stiamo lavorando e che è già partito con delle forti iniziative (riduzione dell’IRES e riducibilità dell’Imu), tutto quello che sta arricchendo nel passaggio in Commissione. Abbiamo, quindi, il decreto Crescita, abbiamo il decreto Sblocca Cantieri al Senato. Ovviamente che ripartono gli investimenti sono la cosa più importante per rispondere alla comunità europea“.

Marcello Minenna: “Indicati numeri del rapporto debito-PIL nel DEF”

Dopo l’intervento dell’esponente della Lega, a prendere la parola sulla questione è l’economista Marcello Minenna.

Dobbiamo considerare che il DEF, con il Documento di Economia e Finanza con i dati aggiornati, è dei primi di aprile. In quel documento, erano indicati i numeri del rapporto debito-PIL in aumento di circa 0,5%, che quindi avrebbero portato a una richiesta di chiarimenti (la lettera dell’Ue, n.d.r.) che probabilmente è stata rimandata per via delle elezioni europee che erano dietro l’angolo” ha esordito Minenna, aggiungendo che “sempre ad aprile 2019, era uscito un report sulle previsioni macroeconomiche generali. Anche in quel report, l’Italia era un po’ riportata come osservato speciale“.

La situazione economica in cui riversa l’Italia è, quindi, ancora più allarmante? Secondo l’economista “sono i dati che in questo momento pilotano. D’altronde, lo spread ha avuto un aumento e ci sono diversi segnali che scontano l’incertezza di quelle che saranno le iniziative di politica fiscale nei prossimi mesi e anche di operatività del Parlamento europeo“.