Ricordate il film “Caro diario” di Nanni Moretti? C’è una scena, celeberrima, in cui quest’ultimo implora Massimo D’Alema (di comprovata fede romanista, guarda caso), leader della sinistra dell’epoca e oggi, forse, eminenza grigia (come Franco Baldini?) di un PD sempre più frammentato e frammentario,  di “dire qualcosa di sinistra” e poi, abbassando ulteriormente l’asticella, di dire semplicemente qualcosa, a prescindere dall’argomento.  

Ecco, è giunto il momento che, in seno al mondo-Roma qualcuno, sulla scia della detonante conferenza di Daniele De Rossi e del suo forzato addio (da giocatore) alla causa e alla maglia giallorossa, dica qualcosa di romanista; qualcosa che faccia sentire i tifosi rappresentati e rappresentativi al tempo stesso di una entità sentimentale, passionale, finanche ideale che per troppi motivi non sentono più di poter amare a modo loro. 

Nessuno, meglio di Francesco Totti, potrebbe farsi carico di questo compito, poiché nessun altro, in seno all’AS Roma attuale, incarna al pari suo quegli ideali e quell’idea di appartenenza alla Roma come patrimonio di un popolo, concetto astratto che lui ha incarnato e sustanziato per un tempo quasi infinito. Ora, visto tutto quello che le ultime prese di posizione societarie hanno determinato e determineranno, a Totti si offre la possibilità di giocarsi la fiche della rappresentatività, di una nuova autorevolezza con la quale ergersi a rappresentante di un “popolo” tifoso che a questo punto ne ha davvero viste di tutti i colori, sullo sfondo di un giallorosso sempre più sbiadito.

C’entra, in questo discorso, la vittoria della Coppa Italia appena consumatasi sulla sponda opposta del Tevere? Diciamo che certamente amplifica i malumori e dilata i malesseri; quindi, a maggior ragione, la gente romanista ha necessità di ascoltare le parole del Capitano emerito, per così dire, proprio nei giorni in cui un altro capitano, vissuto in buona parte nella sua epoca e alla sua ombra, è costretto contro la sua volontà a interrompere la sua storia da calciatore con la Roma. Siamo convinti, ma non è una battuta o una provocazione, che questo articolo possa non uscire, perché già stamattina Francesco Totti avrà rilasciato dichiarazioni nette sul trattamento riservato a De Rossi (peggiore di quello che subì lui stesso) e forse, probabilmente, fatto un passo indietro rispetto alla sua presenza nel club di Trigoria.

Se come dirigente della As Roma di Pallotta è ancora “in cerca d’autore” per così dire, come certificato dalle parole di un De Rossi lucido e durissimo in vari passaggi,come entità romanista è invece ora l’unico scoglio al quale aggrapparsi, se escludiamo un Ranieri a breve scadenza e un Bruno Conti ormai sparito suo malgrado dai radar. Una presa di posizione netta, ancora prima che ai tifosi giallorossi, Totti la deve a se stesso e alla sua storia. Per questo siamo convinti che questo articolo probabilmente gli ascoltatori di RadioRadio non lo leggeranno.

Se così non sarà, non potremo più meravigliarci se i romanisti continueranno a dar retta al primo audio, autentico o “farlocco” che sia, che gli arriverà su Whatsapp. 

Paolo Marcacci