Il circuito di Baku 10
In parte contorto con antiche costruzioni sullo sfondo; in parte “disteso” nei lunghi rettilinei che mostrano la parte moderna della città. Tre giorni di promozione turistica su scala mondiale. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, più che Montecarlo ricorda i vecchi e pericolosissimi circuiti cittadini statunitensi, tipo Detroit, soprattutto per il tratto costellato da muretti a cui le monoposto fanno il pelo, letteralmente, con la differenza che oggi le macchine sono molto più sicure. Labirinto affascinante.

Valtteri Bottas 10
Capolavoro tecnico e tattico. Il “maggiordomo” non c’è più. Al suo posto, forse definitivamente, è sorto il più pericoloso avversario di Hamilton: con la stessa tuta, nella stessa macchina. Fiore in boccio.

Pierre Gasly 8
Una corsa gagliarda, iniziata in salita e condotta in crescendo, con una lucidissima gestione delle gomme, fino al guasto meccanico della sua Red Bull. Avrebbe dato spettacolo, e battaglia, fino alla fine. Corri, ragazzo, corri.

Lewis Hamilton 8
Normale amministrazione prestazionale, per lui, senza l’acuto che lo possa rendere insidioso per Bottas. Amministratore di un condominio ribelle.

Sebastian Vettel 6,5
Una gara senza sbavature, oggi. Ma, al tempo stesso, senza acuti. Podio assicurato, così, ma sempre sul gradino più basso. Aurea mediocritas. Forse, argentea.

Charles Leclerc 6
Un voto che è il compendio dei suoi tre giorni a Baku, compreso l’errore marchiano che lo ha portato indietro in griglia. Maturo sia nell’ammissione delle colpe e nell’assunzione di responsabilità che nella gestione delle gomme medie, finché il grip lo ha assistito. Paga, per il risultato finale, anche la strategia del team. Acciaio placcato d’oro rosa.

Muretto Ferrari 5
Strategie penalizzanti, a cominciare dal mancato sfruttamento delle scie in prova. Gianni e Binotto.

Daniel Ricciardo 4
Ottimista nella staccata che lo porta fuori pista, distratto in retromarcia. Signora mia, guardi che ha combinato.