Succede che viene indetto un concorso, quasi nessuno lo supera, una sola persona ci riesce e il concorso viene annullato. I motivi? Perché ritenuto “troppo difficile“. E’ quello che è successo a una donna di 41 anni a Pavia.

Aprile 2016, esce il bando: gli ammessi al concorso di Pavia sono 64. Tutti e 64 con la speranza – è ovvio – di prendere quell’unico posto di coadiutore amministrativo al Dipartimento Prevenzione Veterinaria. I test si svolgono in 3 giorni. Un quiz all’apparenza ‘normale’, fatto di domande su conoscenze basilari del settore veterinario e sull’uso di strumenti come Word ed Excel. A conclusione della tre-giorni, uscita la graduatoria, accade qualcosa. A superarlo è una sola persona su 64, D.C. appunto, che allora ha 39 anni.

Un solo posto, una sola idoneità: la conclusione sembra immediata. Eppure il posto alla donna non verrà mai assegnato. Visti i risultati, l’Ats (Azienda Tutela Salute) decide di annullare il test. Per quale motivo? Lei “troppo brava” e le domande formulate dalla Commissione esaminatrice troppo complesse: “non rispettano – leggiamo sul Corriere – in termini di eccessiva complessità le indicazioni del bando”.

Non resta che il ricorso al Tar: quand’anche troppo complesso, non è forse un merito – in più – essere l’unica persona ad averlo superato, e con un punteggio di 8 punti su 9? A quanto pare no: siamo a marzo 2019 e il giudice del lavoro respinge la richiesta, non assegnando a D.C. il posto e dando, di fatto, ragione all’Ats.

Si aspettano le motivazioni della sentenza, gli avvocati intanto si preparano all’appello.