Lo spauracchio collettivo che, in un prossimo futuro, le macchine prenderanno il nostro posto negli ambienti lavorativi prende sempre più piede in diversi ambiti, ma viene vissuto in maniera diverso quando, in ballo, c’è la politica. Stando ai dati emersi da uno studio, sviluppato dal “Center for the Governance of Change”, un cittadino europeo su 4 preferirebbe che le decisioni politiche venissero prese dall’Intelligenza Artificiale invece che dai politici.

Lo scopo dell’indagine, che ha individuato un campione di 2500 adulti intervistati adulti intervistati a gennaio nel Regno Unito, Francia, Irlanda, Italia, Spagna, Germania e Paesi Bassi, è quello di constatare il modo in cui i cittadini di 8 paesi europei avvertono le trasformazioni tecnologiche nelle loro città e nei luoghi di lavoro, e come pensano che i loro governi debbano occuparsene.

“Questa mentalità, che probabilmente si riferisce alla crescente sfiducia dei cittadini nei confronti dei governi e dei politici, costituisce un significativo interrogativo del modello europeo di democrazia rappresentativa, poiché mette in discussione la stessa nozione di sovranità popolare” ha osservato Diego Rubio, Executive Director of the Center for the Governance of Change, esprimendosi in merito ai risultati in questo studio che pongono in evidenza incertezza e perplessità degli intervistati in merito alla linea di governance della classe politica.

D’altronde i dati, ricordano gli autori della ricerca, la maggior parte degli intervistati dei paesi europei “si aspetta che i loro governi stabiliscano nuove leggi e tasse per limitare l’automazione e prevenire lo spostamento di posti di lavoro, anche se ciò significa fermare il progresso tecnologico”.

Per gli esperti, i dati raccolti in questo studio suggeriscono “che le persone non solo si preoccupano della transizione tecnologica in arrivo, ma ritengono anche che le istituzioni incaricate di rendere gestibile questo processo stiano fallendo. La maggior parte delle persone intervistate ritiene che il sistema educativo non li stia addestrando per affrontare le sfide poste dalle nuove tecnologie. Ciò è particolarmente vero per i laureati più anziani che si trovano senza timone in un mercato del lavoro in rapida evoluzione“.