“I senatori facciano secondo la loro coscienza, io mercoledì andrò a testa alta in Senato”. Sabato scorso da Lauria, in Basilicata, Matteo Salvini, ha dato appuntamento a Palazzo Madama per oggi, dove si conteranno i sì e i no dei senatori alla richiesta di procedere nei suoi confronti, fatta dai magistrati di Catania con l’ipotesi di sequestro di persona, in merito alla vicenda dei 179 migranti ‘bloccati’ sulla nave della guardia costiera ‘Diciotti’ nel porto etneo lo scorso agosto per 5 giorni.

In Aula Salvini ribadirà: “Ho agito in nome dell’interesse nazionale, quello che ho fatto l’ho fatto per difendere i confini, con una scelta condivisa con gli alleati di governo e il premier Giuseppe Conte”, dovrebbe essere la sostanza delle sue parole. Salvini non solo sarà in Aula per presidiare, ma farà questo suo intervento, che, a quanto si apprende, rispecchierà – in maniera molto sintetica – la posizione contenuta nella memoria, presentata in Giunta lo scorso 6 febbraio.

Un voto, quello di oggi, che – rispetto alle previsioni della vigilia – dove tenevano banco ‘solo’ i dubbi sulla tenuta del voto M5S a favore del ministro dell’interno alleato di governo, si è ulteriormente ingarbugliato, per colpa della vicenda della nave italiana ‘Mare Jonio’, bloccata di fronte a Lampedusa, e poi sequestrata dalle autorità italiane che sembra proporre una riedizione del caso Diciotti, proprio a poche ore dall’appuntamento a Palazzo Madama.

Oggi sarà un voto palese a decidere su Salvini. Con il ministro dell’Interno a guardare il display elettronico di Palazzo Madama ci sarà anche il premier Giuseppe Conte, che ha deciso di non lasciare solo il suo vicepremier. Che, anche oggi, ha ribadito come “su questa vicenda c’è una chiara linea politica in tema di migrazione che questo governo sottoscrive e il responsabile dell’esecutivo sottoscrive per primo”. Solo a sera si dovrebbero terminare le operazioni di voto. Per confermare il no al processo a Salvini, la proposta della Giunta firmata da Maurizio Gasparri, deve essere approvata a maggioranza assoluta, fissata a quota 161 voti.