Secondo i tecnici No Tav, nominati dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e coordinati da Marco Ponti, che hanno realizzato l’analisi costi-benefici, la Tav Torino-Lione è un investimento errato, dato che i costi superano i benefici di una cifra compresa tra i 7 e gli 8 miliardi. Sull’argomento, la nostra redazione ha voluto contattare alcuni personaggi di spicco.

Il commissario straordinario del Governo Paolo Foietta: “Ho trovato molte cose strane su questi dati, è un rapporto con l’esito già scritto e preconfezionato. Non sono stati utilizzati gli ultimi dati, ma quelli del 2011. Sono incongruenti. La perdita delle accise e dei pedaggi non riscossi? Non è un caso che la struttura che l’accompagna sia famosa per essere no Tav e nemica delle ferrovie. I costi? secondo le valutazioni fatte i costi dell’investimento sono stati gonfiati del 50%. Lo studio, in questo momento da farsa, corre il rischio di trasformarsi in truffa. So che Ponti si è offeso, io valuto i conti”.

“Se i dati tecnici possono trovare una sintesi politica? I documenti di analisi non sono il Vangelo. Se qualcuno pensava che ci fosse una scorciatoia per dire che il numero è giusto non è questo il caso. Ci sarà solo una condizione, che la scelta sarà politica, non di uno studio tecnico. Al paese rinunciare di fare le opere costa molto di più, soprattutto se si affaccia alla crisi. Bisogna migliorare le infrastrutture e non possiamo perdere opportunità. Ne abbiamo già perse tante”.

“Il governo ha scritto dodici mail certificate per un incontro. Non ho mai ricevuto risposta. Rifiutarsi di ascoltare è un atto di debolezza. L’opera si farà, i calcoli elettorali possono fermare il corso della storia ma le cose giuste si devono fare e si faranno. Il mio incarico scade giovedì e me lo hanno comunicato questa mattina, non direttamente. Non mi sembra un bel modo di comunicare. In questo modo si è deciso di chiudere una struttura che include diverse associazioni. Quando i luoghi di confronto vengono chiusi e non potenziati non è un bel segnale”.

Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi: “Sarà che sono genovese ma tendo a non scommettere se l’opera si farà o meno. Vedendo l’analisi, seppur qualcosa non condivido come l’incremento del traffico, credo che con questi risultati ci sia la possibilità di modificare qualcosa. Si ridurranno i costi. Una soluzione a livello governativo si può trovare e potremmo migliorare altre infrastrutture. Sulle ferrovie c’è tanto da fare. Se dipendesse da me andrebbe rivisto il progetto, l’unica cosa che critico della Tav è che i lavori finirebbero nel 2030, ed è troppo lontano. Si può fare spendendo meno ma si deve traghettare verso la fine questo progetto”.

“Sono orientato a rivedere le partite finanziarie e fare in parte quello che dicono i 5 Stelle, ovvero occuparci anche di altre infrastrutture. Io spero che non ci siano bracci di ferro a livello politico. Si deve lavorare sui costi, non sugli ideali. E’ utile rivedere l’opera e le spese ed è meglio un cantiere aperto in più che uno in meno. Mi spaventano solo i tempi, nelle migliori delle ipotesi si farà nel 2030. Dobbiamo dare un segnale al paese di una ripartenza economica. Sia la Lega che il M5S non vogliono far cadere il governo, ci siederemo intorno a un tavolo e troveremo la soluzione migliore”.

Il capogruppo del M5S al Senato Stefano Patuanelli: “A me dispiace sentir dire certe cose da Foietta. I dati erano parte dell’osservatorio del 2011 e non c’era questo governo. Il documento è vero, per dare oggettività delle nostre critiche alla Tav. Calcolo accise e pedaggi non riscossi? Sono valutazioni tecniche e oggettive. C’è un mondo tecnico accademico che studia questi dati e sono indipendenti. Come se ne esce davanti a dei dati oggettivi? Leggendo il contratto di Governo, che per questa opera aspettava dei risultati. Prevedeva un rivisitazione in caso di una spesa che potesse influire sui costi degli italiani. Gli investimenti vanno fatti ma è un’opera che risale a 30 anni fa, mi sembra evidente che non ci sia mai stata una grande rilevanza politica su questo progetto”.

“Caduta del governo per divergenze tra M5S e Lega? E’ prematuro parlare di questo. La posizione di alcuni esponenti della Lega sono evidenti a prescindere da questi dati. Numeri peggiori di questi dati sono difficili da immaginare. Quelli del 2011 erano i dati più favorevoli dell’opera e sono pessimi ugualmente. Sui 50mila posti di lavoro persi? Ci sono altri posti che si vanno a guadagnare con altre infrastrutture. Un abitante di Torino preferirebbe un miglioramento sulla metro che sulla Tav”.


Il presidente dell’Unione industriale di Torino Dario Gallina: “Ho sentito le interviste precedenti e sono allibito. C’è un problema dei costi di lavoro ma senza questi collegamenti non risolveremo i posti di dissoccupazione. Senza questi collegamenti europei non ci sarà modo di sviluppo. Saremo isolati dall’Europa, le aziende non verrebbero a investire. E’ un’opera che serve a tutta l’Italia. Bisogna avere la statura politica di guardare avanti. Se i tir inquinano bisogna spendere dei soldi per eliminare questo problema. Noi ci ribelliamo, siamo indieto di 100 anni. Il mondo è globalizzato, dobbiamo essere legati con l’Europa. Trasportare le merci come facciamo noi è più costoso della realizzazione della Tav”.