Il volto di Unti e bisunti è intervenuto questa mattina ai nostri microfoni, durante Show Food con Francesco Vergovich.

Puntata speciale, ospite speciale a “Show Food” con Francesco Vergovich: ha fatto il suo ingresso, insieme alla giornalista Loredana Tartaglia, nei nostri studi di “Radio Radio” Chef Rubio, noto cuoco e volto della trasmissione targata DMAX “Unti e bisunti”.

Sulla figura degli chef stellati e sull’approccio di Rubio alle trattorie, il diretto interessato ha risposto che “I cuochi blasonati, quelli che facciamo anche difficoltà a menzionare perché non si può parlare di determinate sfere, o comunque quelli non appaiono in televisione e fanno degli splendidi lavori non sono distanti da quello che faccio io. Sono semplicemente più concentrati a fare altro e a comunicare altro, ma sono dipendenti da tutto quello che io, alla fine, ho raccontato con cibo di strada, con le trattorie. Ci sono ristoranti stellati buoni ed estremamente qualitativi e ce ne sono anche d’ingannevoli. Stiamo parlando di un sistema complesso, che non mi sembra il caso di dover distruggere o accreditare, ma le guide, le classifiche sono fatte non solo per gli interlocutori che vengono premiati per i loro sacrifici, ma anche per far girare un movimento più grande di loro e del quale, spesso, ne rimangono anche vittime“.

Entrando nel merito con Vergovich su una dichiarazione di Gianfranco Vissani I ristoranti stellati sono tutti in crisi, bisogna fare altro per mantenersi, Chef Rubio non ha risparmiato affondi allo chef stellato, commentando: “Perché bisogna fare come lui? Che cosa fa? So altrettante cose che lui non racconta quando va a fare lo splendido in televisione. Non spetta a me dirlo, ma sono sicuro che tante persone che mi stanno ascoltando adesso sanno di cosa sto parlando. Le persone che vogliono apparire per ciò che non sono, alla fine si rivelano. E’ demagogia, non autocritica quella di Vissani, che non ha inventato questa frase che è stata già detta in precedenza.

I cuochi stellati sono i primi ad essere consapevoli che arrivano massimo a paro” ha continuato Chef Rubio, sottolineando che “è una questione di messaggio, perché se fossero stati tempo fa più accorti a non creare una frattura, un abisso con il popolo che non potevano permettersi di entrare nei loro ristoranti, forse avrebbero avuto la possibilità di comunicare meglio cosa fosse l’alta cucina e cosa fosse il loro percorso senza dover fare arrivare al popolo l’immagine del ‘io non posso entrare in quel posto estremamente costoso per mangiare quella che viene comunemente chiamata la ‘cazzatina nel piatto’. Io, che vengo anche da quel mondo, difendo chi cerca di raccontarsi attraverso un menù di degustazione, e lo faccio sempre cercando di far comprendere alle persone che 12 o 16 portate di quel tipo possono soddisfare anche lo stomaco di un camionista.

“Bisogna essere prepararti psicologicamente e culturalmente per entrare in alcuni posti: se non sono riusciti a sopravvivere, alcuni chef hanno poi virato verso la trattoria. Ora hanno inventato il bistrot, l’osteria per rientrare nei costi ma è sempre loro, quindi non è che si è inventato niente Vissani” ha detto Chef Rubio, tirando le fila del discorso.