La Roma perde all’Olimpico e vince a Mosca. Meglio così, la sconfitta dei russi del Cska contro i modesti del Viktoria Plsen toglie l’affanno e la paura ai giallorossi che, però si afflosciano in una partita senza senso e amarissima per quella Fazziata che è ormai caratteristica di certi gesti tecnici dell’argentino. Nell’occasione la complicità di Olsen è evidente. Al Real è bastato giocare piatto, senza strafare, approfittando di un avversario con evidenti limiti di personalità e di gioco. Dopo la prima frazione almeno positiva, la squadra si disunita, concedendo agli spagnoli campo e risultato, quasi consapevole di non poter reagire, ribaltare la situazione. Pallida e svuotata, la Roma che aveva celebrato alla vigilia il suo imperatore Totti ha fatto i conti con i repubblicani contemporanei, nulla di esaltante e la panchina di Di Francesco trema sempre di più. Presumo che la partita contro l’Inter potrebbe essere decisiva, per la classifica della squadra e per il tecnico. Inutile cercare colpevoli e responsabili, tutta la squadra nella seconda parte, ha dato segni di stanchezza e di assenza di idee. Gli errori di Under, di Kluivert, di Schick, si ripetono da tempo, da troppo tempo, su Fazio ho già detto e lui stesso ha già fatto.

La Juventus ha faticato per la potenza fisica del Valencia, la giocata Ronaldo-Mandzukic ha ribadito la chiave vincente del campionato, la squadra di Allegri ha offerto due facce, la prima pigra e indisponente, la seconda, dopo il vantaggio, autoritaria e tignosa. Una vittoria limitata nel risultato ma da leggere con attenzione perché il Valencia fino all’ultimo è stato in partita, pensando al pareggio momentaneo del Manchester United che in zona-Mourinho, con la testa di Fellaini, ha rimesso in gioco il primato del girone e ha tolto dai giochi gli spagnoli.

Tony Damascelli