Correa ha salvato la Lazio e Inzaghi dall’ennesima sconfitta contro una pari grado. Contro un Milan pieno di problemi che – ben guidato da Gattuso – era stato capace di trovare le soluzioni più adatte per andare incontro ai tanti problemi. I rossoneri l’hanno giocata come potevano: difesa bloccata, centrocampo a fare da diga e via in contropiede, soprattutto ispirato da Sosa. La Lazio si è consegnata con il suo solito modulo, cambiando a un certo punto gli uomini – e non l’assetto – sorprendentemente.

Inzaghi, sbagliando clamorosamente, a mezzora dalla fine ha cancellato contemporaneamente Milinkovic e Luis Alberto, mettendo sì Correa, ma anche Lukaku sulla corsia di sinistra con Lulic interno. Lulic interno? Scelta incomprensibile, perché Mlinkovic poteva essere utilissimo anche per la sua fisicità e sarebbe stato molto più logico, in una partita da vincere, togliere subito un difensore, mettendo la linea a quattro e mantenere il potenziale di qualità indispensabile. La Lazio ha perso invece il controllo del centrocampo e non è stato un caso che proprio in quel momento sia arrivato il gol di Kessie, con una difesa a cinque presa comunque d’infilata da Calabria, con Lukaku che si è fermato e poi non è andato a chiudere la linea di passaggio del difensore rossonero. Solo a quel punto, spinto dalla necessità estrema, la Lazio si è sistemata con l’assetto più logico, difesa appunto a quattro, cercando di sfondare al centro.

E in quel momento è arrivato il gioiello di Correa, che ha parzialmente annacquato l’amarezza. Già, perché il pareggio è stato naturalmente salutato con grandissima gioia ma quella col Milan, piena di problemi, era comunque una partita da vincere.

Alessandro Vocalelli