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I favoritismi nascosti dell’Unione Europea: Berlino e Parigi ricevono quattro volte...

La Commissione Europea ha pubblicato il quadro di valutazione degli aiuti di Stato 2023, rivelando una spesa totale di circa 228 miliardi di euro...

La denuncia da brividi di un agricoltore costretto a cedere terreni...

Da quando abbiamo dedicato un'intera puntata agli agricoltori su Radio Radio ad 'Un giorno speciale', ho ricevuto decine e decine di email e segnalazioni....

La follia Europea che ha messo il nostro futuro nelle mani...

Oggi voglio parlarvi della Cina e dei rapporti con l'Unione Europea. La Cina mira ad una crescita del PIL del 5% nel 2024, sfruttando, guarda...

Un altro passo dello Stato verso le banche “per pochi” gestite...

Dopo una recente cessione di una parte di azioni di Monte dei Paschi di Siena, da parte del Tesoro, il mercato sembra speculare sul...

“Mentre in Italia riformano il fisco, l’Olanda è diventata il più...

“Fisco, lo Stato si è arreso”È questo il titolone melodrammatico che repubblica sceglie per annunciare agli italiani la nuova riforma, in vigore dal 2025,...

I dati sull’economia italiana che i giornali ci tengono nascosti

L'Istat ha dato i numeri del PIL del quarto trimestre del 2023 e sembra che lo scorso anno, quindi al 31 dicembre, possiamo tirare...

Caos pre-europee a Bruxelles: l’Italia sull’orlo del collasso tra tagli e...

Si stanno nuovamente avvicinando le elezioni politiche europee e a Bruxelles l'agitazione è palpabile. Un po' simile agli ultimi giorni di Pompei. Il 9 giugno...

La tagliola delle normative green UE colpisce ancora e le conseguenze...

Le imprese metallurgiche bresciane, con 226 aziende e un valore di circa 15,1 miliardi di euro, si sentono minacciate dalle normative ambientali europee e...

I tre grandi inganni dietro “l’economia” che stanno cercando di imporci

Oggi voglio tornare a parlarvi finalmente di questo argomento perché è quello che a me interessa più di tutti. La ragione fondamentale è che...

Che cos’è l’autonomia differenziata?

Il nuovo disegno di legge di Roberto Calderoli è passato al Senato. Il testo è stato approvato con 110 voti favorevoli, 64 contrari e...

I termini economici che vengono usati per non far comprendere a...

Spesso sento dire una sciocchezza e cioè che l'Italia sarebbe un posto di analfabeti funzionali o di gente che non capisce l'economia. Il mio...

Il grande punto interrogativo sui buoni del tesoro italiani: tutto potrebbe...

Nel corso del 2023 i mercati azionari hanno mostrato delle performance eccezionali, con listini europei e il FTSE MIB italiano che hanno raggiunto dei...

Cervo spiega il grande equivoco del MES ▷ “Userebbero i nostri...

"Nel caso in cui l'Italia decidesse di ratificare la riforma del MES e scegliesse di agire come creditore nei confronti di quest'ultimo non avrebbe...

Proteste contro il rigassificatore: solo uno dei tanti sciagurati effetti delle...

Voglio oggi parlarvi di un fatto che, curiosamente, è passato per lo più sotto silenzio, ma che, a giudizio di chi vi sta parlando, merita attenzione, dirò di più, la massima attenzione. Nella giornata di domenica scorsa ben 16.000 persone in Liguria hanno formato pacificamente una enorme catena umana sulla costa contro la decisione del Presidente della Regione Toti di istituire un rigassificatore a largo di Vado Ligure, nei pressi di Savona.Ebbene, 16.000 persone, in maniera pacifica, hanno rivendicato il loro sacrosanto diritto di dire no rispetto a una scelta che vivono, da qualunque angolazione la si guardi, come sbagliata, come controproducente, come antitetica rispetto ai loro interessi, come lesiva della loro dignità. Siamo al cospetto di uno dei tanti effetti sciagurati delle sanzioni alla Russia e della interruzione dei rapporti commerciali con essa. Poiché l'Europa ha interrotto i rapporti con la Russia, non può più fornirsi dalla Russia del gas e dunque deve rigassificare, utilizzare il gas che arriva da Washington, che ovviamente fa la parte del tertium gaudens, dato che adesso Washington, grazie a questa guerra tra Russia e Ucraina, è riuscita nell'obiettivo fondamentale, quello di separare l'Europa dalla Russia e da tutto il mondo non americano e, in maniera sinergica, di rendere l'Europa stessa ancora più colonia di quanto già non fosse, rispetto alla plutocrazia neoliberale incapsulata nella civiltà tallassocratica del dollaro. La questione del gas, come sappiamo, è divenuta fondamentale, dato che l'Italia, come il resto dell'Europa del resto, non può più fornirsi dalla Russia, ormai ritenuta nemica, perché così ha deciso Washington. Ebbene, quella dei Liguri è stata una protesta sacrosanta, pacifica, basata su ragioni fondamentali. Oltretutto una protesta senza colore politico, che ha saputo unire migliaia di Liguri nell'esigenza fondamentale di proteggere la loro splendida terra dal rigassificatore. Curiosamente il presidente della regione Toti continua a postare sui social bellissime foto di paesaggi splendidi della Liguria, una delle terre più belle d'Italia, senza mai fare un cenno, nemmeno per sbaglio, alla questione del rigassificatore e ovviamente senza fare alcun cenno, a maggior ragione, alla riuscitissima protesta che i Liguri hanno indetto con grande successo contro il rigassificatore stesso. Ebbene siamo al cospetto di una delle tante contraddizioni della globalizzazione neoliberale che nei miei lavori ho chiamato una 'glebalizzazione' e al tempo stesso una 'anglobalizzazione'.Glebalizzazione da che il ritmo della globalizzazione produce sempre più povertà e genera una massa di nuovi servi della globalizzazione. Li chiamo i servi della glebalizzazione, variando sul tema. Si tratta poi di una vera e propria anglobalizzazione da che coincide con il movimento di americanizzazione del mondo, quel movimento che si manifesta anche nella interruzione dei rapporti dell'Europa con la Russia e con la Cina e, in maniera sinergica, della trasformazione dell'Europa stessa in una colonia di Washington, più ancora di quanto già non fosse.

Ci sono documenti sul cartello che dal dopoguerra ad oggi gestisce...

L'inchiesta "Il cartello finanziario" si tratta della più completa inchiesta che io abbia mai fatto, la più rischiosa, la più pericolosa, ma una  inchiesta essenziale per capire qual è il cartello che gestisce il mondo e soprattutto il nostro Paese a partire dal dopoguerra fino ai giorni nostri. Spesso parliamo di americani, parliamo di cinesi, parliamo di occidente, parliamo di oriente. Ma dobbiamo capire che esiste un cartello  trasversale, che ha preso le redini in mano del nostro Paese dal dopoguerra fino ad oggi. Tanti degli eventi che hanno stravolto il nostro Paese dalla fine della Prima Repubblica, Tangentopoli, la morte di Enrico Mattei, la morte di  Adriano Olivetti, gli attentati a Falcone e  Borsellino, sono tutti eventi spesso collegati tra di loro perché hanno in comune un'unica regia. I mandanti erano tutti uomini del cartello, almeno i mandanti di quegli eventi che ho appena menzionato. Quindi dalla creazione dell'Unione Europea fino al conflitto in Ucraina, quindi dalla fine degli anni 40 fino ai giorni nostri, c'è stata una regia unica.  Ovviamente gli uomini sono cambiati,  ma quello che bisogna capire, rendere chiaro, io sono sicuro di averlo fatto nel libro, è che e un cartello sono uomini che poi si passano il testimone, ma che rispondono al medesimo cartello, che hanno quindi i medesimi obiettivi e la medesima agenda. Non pensate, come ho erroneamente fatto anche io in passato, che il caso Mattei sia diverso dal caso Olivetti, che il caso Olivetti sia diverso dal caso Pasolini, che il caso Moro sia diverso dal caso di Falcone.  Questi eventi sono tutti collegati perché in quegli anni si stava prendendo il totale controllo del nostro Paese, quindi chiunque  provava ad opporsi  alle logiche del cartello o a mettere in discussione la leadership del cartello, che sia nel settore  petrolifero come ha fatto Mattei, che sia nel settore tecnologico come ha fatto Olivetti, che sia da un punto di vista politico come ha fatto  Craxi, che sia dal punto di vista delle indagini della magistratura come hanno fatto Falcone e Borsino, chiunque provava a mettersi contro  quelli che  erano i piani del cartello, facevano tutti la stessa fine. Sono tutti riconducibili ai medesimi mandanti, così come i fenomeni come quello di Tangentopoli, come quello della strategia della tensione, erano tutti frutto di una medesima regia. Può sembrare un'enorme teoria del complotto, ma vi assicuro che nel cartello finanziario  documento tutto, lo faccio analizzando i documenti dei segretati della CIA, del Dipartimento di Stato. Voi sapete che il  Freedom of Information Act ha costretto questa entità a desecretare i documenti vecchi di 25 anni. Ci rientra tutto quello che la CIA ed il cartello pensava di Adriano Olivetti e del fatto che avesse raggiunto la leadership tecnologica con il suo personal computer, quello che pensavano di Enrico Mattei che stava chiudendo agli angoli le sette sorelle, quello che pensavano dei politici che in qualche modo erano stati finanziati dagli Stati Uniti per molti anni, che dopo la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell'Unione Sovietica non servivano più agli interessi statunitensi, quindi  andavano fatti fuori.

L’impresa fa gli interessi di tutti, ma chi fa gli interessi...

L'economia umanistica che sostanzialmente vorrebbe che tutta l'economia diventasse un qualche cosa di pertinenza, dei rapporti equilibrati tra l'impresa e il suo mondo. In un mondo idilliaco in cui tutta l'economia un qualcosa di pertinenza, di rapporti equilibrati tra impresa e il suo mondo, devono decidere per l'impresa i portatori di interesse, dell'ambiente, gli enti pubblici, gli enti locali, i rappresentanti di tutte le categorie, dei fornitori eccetera. Io parlo con gli imprenditori, io di mestiere aiuto gli imprenditori a fare scelte strategiche, consulenza strategica. Ora, coloro che scrivono di economia, avendola studiata sui libri, coloro che non hanno mai messo una firma in banca, mai rischiato il proprio capitale, mai sottoscritto una fideiussione o rischiato la propria casa per un mutuo aziendale, mai rischiato di perdere tutto per le pretese di un fisco cannibale, vorrebbero che coloro che fanno questa vita la dedicassero agli altri, come novelli San Francesco.  Stuoli di burocrati, soprattutto europei, predicano la creazione di valore condiviso, dimenticando per un attimo, ma giusto un attimo, visto che ad oggi non mi risulta, nessuno lo abbia ricordato, che si trascura un dettaglio e cioè la condivisione del rischio di tale risultato, che sarebbe asimmetricamente posto solo sui primi e non sui secondi. I primi sono gli imprenditori, i secondi sono i portatori di interessi diffusi, cioè sivorrebbe che il destino delle imprese fosse nelle mani di tutti coloro che sono portatori d'interesse nei confronti di quell'impresa, il che vuol dire tutti, perché anche chi attraversa in questo momento la strada è portatore di un interesse, perché è un consumatore, perché vive in un certo ambiente, perché fa parte di una certa società. Ma qual è il punto che io osservo in questa critica? Che ci sono uomini, che si chiamano imprenditori, che dedicano la loro vita rischiandola, rischiando patrimonio, case, capitali, fisco, eccetera, e altri che beneficiano di questi interessi diffusi. Allora, come si fa a dimenticare questo piccolo dettaglio? Come si fa a mettere tutti sullo stesso piano e a dire che sulle decisioni dell'impresa devono pesare gli interessi diffusi di tutti coloro che con quest'impresa hanno dei contatti? Ci sono già le leggi. Attenzione, chi vi parla è stato uno dei primi che ha fatto una istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta contro un'azienda di Stato inquinante.Chi vi parla viene dal mondo contadino. Chi vi parla è a favore dell'ambiente. Ma come si fa ideologicamente dalle sedie dei burocrati ad...

I dati parlano chiaro: siamo sull’orlo di una grave recessione

I dati del PIL e dell'inflazione del secondo semestre del 2023, confermano le tendenze già in atto. Si è registrato un rallentamento totale della...

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Caso Fioramonti, un duro colpo per il governo giallorosso e per il Premier Conte? Francesco Vergovich lo ha chiesto a Marco Antonellis, direttore di 'Palazzi&Potere'...

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