I dati sull’economia italiana che i giornali ci tengono nascosti

L’Istat ha dato i numeri del PIL del quarto trimestre del 2023 e sembra che lo scorso anno, quindi al 31 dicembre, possiamo tirare i conti e vedere che l’economia italiana abbia dato dei segni di un miglioramento con un modesto aumento, più 0,2% rispetto al trimestre precedente, un più 0,7% su base annua. Stranamente però i media hanno dato poca risonanza a questa notizia tranne il Sole 24 Ore che è un giornale di taglio economico che ovviamente è molto attento a queste questioni. Fortunatamente è intervenuto l’ufficio parlamentare del bilancio con delle previsioni che sono incoraggianti per il 2024, mettendo a tacere le preoccupazioni dei più scettici.

Infatti, se confrontiamo la media italiana con quella degli altri paesi europei, sembra che stiamo facendo meglio di tanti altri. Per esempio, stiamo facendo di meglio della Spagna, che ha avuto un percorso più accidentato di noi. Nonostante abbiamo avuto per esempio qualche problema con gli investimenti, le nostre esportazioni hanno aiutato l’Italia senza essere state gravate dai costi energetici così come è successo alla Germania.

E a questo punto possiamo fare anche alcune riflessioni, per esempio guardando al 2024 ci sono delle incognite, tuttavia sembra che i nostri conti siano ancora in ordine nonostante qualche discrepanza nelle previsioni. Insomma, L’Italia sembrerebbe essere sulla buona strada, nonostante le sfide che ci aspettano in un panorama economico globale molto difficile, ma da una parte le politiche di deficit, dall’altra il taglio del Cuneo fiscale, Parte di questa fiorente o comunque discreta economia interna è un regalo che in realtà è sospeso dal patto di stabilità. Insomma, chi l’avrebbe mai detto che l’Italia non sia come sempre il fanalino di coda dell’Unione Europea? Le considerazioni che a questo punto possiamo fare è che evidentemente quelli che ci spingevano a tutti i costi a prendere le ratifiche, le posizioni allineate con l’Europa e via discorrendo non vogliono prendere atto del fatto che ci sono altri paesi che forse sono meno virtuosi di noi e chissà che un giorno questa Unione Europea che è stata costruita dalla Germania non finisca proprio per la Germania, la quale ha avuto un grande beneficio da un euro forte perché è quello che sostanzialmente ha dato a lei più che a noi dei benefici.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi