Il rombo delle esplosioni e delle armi continua a tuonare in Ucraina. Mentre L’esercito della Russia di Putin stringe la sua stretta militare su Kiev, l’agenda mediatica occidentale si focalizza sul conflitto militare. Collegamenti, interviste e infografiche: una narrazione continua e senza soluzione di continuità ha invaso giornali e televisione. La cifra stilistica del racconto giornalistico mainstream appare però viziato da un narrazione non verticale e di opaca visione strategica, al limite, in molti casi, della partigianeria esplicita.

Per il giornalista Antonio Amorosi la miopia sul conflitto sembra legarsi, secondo un filo rosso mediatico, alla narrazione della gestione pandemica e delle ragioni dei non vaccinati. Amorosi sottolinea come la tendenza dei media occidentali sia quello della spettacolarizzazione di eventi complessi, portando ad una semplicità tipica della società dello spettacolo. Le vere ragioni degli eventi vengono tralasciate in favore dell’emozione del momento, dell’immagine pruriginosa che possa intrattenere lo spettatore senza informarlo.

Per Amorosi ben diverso è l’approccio di altre realtà culturali ancora non succubi della visione occidentale globalizzata. In particolar modo il giornalista di Affaritaliani.it sottolinea la posizione del Giappone, paese in cui il carattere del conflitto viene invece letto sulla base di un’approfondita visione dei motivi reali del conflitto e delle ragioni culturali della Russia sul base del concetto di neo-Eurasiatismo.

L’intervento del giornalista Antonio Amorosi

“C’è una sorta di continuità tra la gestione del Covid e la gestione adesso di questo conflitto, di questa guerra, della Russia in Ucraina. I mezzi di comunicazione che seguono la cronaca gestiscono quanto accade con i mezzi dell’intrattenimento, almeno in Occidente. In questo modo non si capiscono le ragioni delle parti, così come si capiva poco la gestione del Covid e le motivazioni di chi non voleva vaccinarsi e di chi aveva dubbi. Andiamo a vedere cosa scrivono i media indiani giapponesi, coreani. Molto interessante questa intervista al professor di letteratura russa Ikuo Kameyama, presidente dell’Università di Studi Esteri di Nagoya. I telegiornali sono diventati una propaggine di questo spettacolo complessivo che dal film al telefilm allo show ha una continuità che non ci permette di capire la realtà. Questo professore dice che bisogna capire la cultura russa per comprendere le motivazioni di Putin”.