“Mai così emozionato, il mio sarà il Governo del Paese. Priorità alla lotta alla pandemia e alla conseguenze economiche dell’emergenza”. Con queste parole Mario Draghi, il nuovo Presidente del Consiglio, ha esordito il suo discorso al Senato in vista del voto di fiducia al nuovo Governo. Il Premier ha evidenziato inoltre il ruolo centrale dell’Euro e dell’Europa non soltanto in questa fase delicata dell’emergenza sanitaria che sembra non voler cessare, ma più in generale come principio cardine della sua guida della Nazione.

Ci sono pochi dubbi sulla fiducia al Premier incaricato visto l’ampio sostegno all’esecutivo da parte dei partiti. Un sostegno che risulta però molto eterogeneo. L’Onorevole Beatrice Lorenzin al riguardo ha affermato che L’unità nel Governo non sarà semplicissima ma faremo del nostro meglio”. Al centro di tutto, secondo l’Onorevole del Partito Democratico, la necessità di aumentare la produzione del vaccino e di gestire al meglio la questione varianti del virus.

Con Stefano Molinari e Luigia Luciani, ecco il suo intervento in diretta a “Lavori in corso”.

“Mi è piaciuto il discorso di Mario Draghi perché l’ho trovato molto alto, con una visione per il paese non soltanto di transizione di questa crisi ma fino al 2050, dove si sono tracciate le linee di sviluppo dell’Italia. Accanto a questo c’è stato un discorso di posizionamento del paese in un solco nettamente europeista e atlantico. Questo è una continuità ma anche un chiaro segnale rispetto all’Italia ossia a cosa vuole essere e dove vuole arrivare nei prossimi anni.

Da un lato il potenziamento della produzione industriale, dall’altro lavorare sulla capillarità. Un po’ come è stato fatto con il modello Lazio. Il modello da seguire sia un po’ quello israeliano, dove si è portato il vaccino a casa delle persone e poi vaccinare velocemente. Il problema che abbiamo è la carenza dei vaccini, su questo l’Europa ha una strada: aumentare la produzione. Abbiamo necessità di un sistema che ha un piano ma che riesce ad adattarlo di fronte ai mutamenti che questo vaccino ci pone di fronte. Non solo delle varianti ma degli effetti sconosciuti che stiamo vedendo e le terapie.

Noi dobbiamo poter adattare le misure ai colori anche alle nuove sfide che ci pone il virus. Il dato che noi abbiamo sulla viralità della variante inglese ormai è assodato. Dobbiamo avere attenzione e monitorare l’andamento delle varianti attraverso il tracciamento. Io direi di continuare sulle cose che stanno funzionando e potenziarle, creando maggior coesione a livello nazionale. Un altro punto è la ricerca: dobbiamo continuare ad investire. E’ importante rafforzare le linee industriali europea e italiana in modo tale da produrre più vaccini ed essere già a lavoro sui vaccini che resistono alle varianti. Abbiamo bisogno di un sistema flessibile. Prima di pensare ai lockdown generalizzati dobbiamo valutare delle soluzioni chirurgiche.

L’unità nel Governo non sarà semplicissima ma faremo del nostro meglio”.