Novembre vede in prima linea le varie proposte e sperimentazioni del vaccino anti-Covid. Dall’azienda Pfizer fino al Governo russo, che rilancia l’efficacia del neo vaccino Sputnik V al 95%. Sembra di intravedere una luce infondo al tunnel, ma i dubbi sono ancora molti: quando uscirà davvero il farmaco? Sarà distribuito equamente o la disuguaglianza economica dei vari paesi giocherà un ruolo fondamentale sulle disposizioni?

Mauro Masi, Delegato italiano alla proprietà intellettuale e Presidente Banca del Fucino e Igea, si schiera dalla parte della popolazione e afferma: “Tutti devono avere la stessa possibilità di avere uno scudo contro la pandemia”, ma questo, aggiunge, non deve togliere a chi lo ha prodotto la proprietà intellettuale. Un modo per avere entrambe le cose, secondo Masi, c’è ed già previsto dai trattati.

Ecco il suo intervento a “Un giorno speciale”, insieme a Marco Antonellis e Francesco Vergovich.

“C’è un dibattito che riprende temi non nuovi, ossia la tutela delle invenzioni rispetto ai farmaci salva-vita. Sul vaccino Covid in tutto il mondo più voci si sono espresse sul non tutelare questo vaccino con il brevetto perché deve essere definito come patrimonio dell’umanità perché riguarda una pandemia epocale. Tutti devono avere la stessa possibilità di avere uno scudo contro la pandemia.

La valutazione che facevo io è che si può comunque mantenere il brevetto per chi è arrivato a sperimentare positivamente e poi inventare il vaccino. Ma esiste la possibilità negli accordi internazionali, da parte degli Stati, di by-passare il brevetto con un meccanismo delle licenze obbligatorie. Attraverso tali licenze si può gestire un’invenzione da parte dell’autorità amministrativa o giudiziaria dei singoli Stati. Utilizzando quel brevetto a condizioni che vengono fissate in termini amministrativi o politici attraverso la legge.

Bisogna evitare ciò che è accaduto con l’Aids, che ancora non ha un vaccino ma si è trovata una cura e all’inizio questa costava migliaia di dollari: soltanto i ricchi potevano accedere alle cure. In una pandemia come questa non vanno accettate determinate cose. Le possibilità di accedere al vaccino devono essere paritarie ovunque. Esiste la possibilità di trovare soluzioni già previste dallo Stato per far accedere tutti dal vaccino senza abbattere livelli di proprietà intellettuale. Se ne dovrebbe far carico l’OMS ma non lo ha ancora fatto”.