Tra Mes ed Eurobond alla fine ha trionfato il connubio, la soluzione “centrale”: quel Recovery Fund ancora tutto da scoprire e che spesso lascia l’amaro in bocca o fa trasparire soddisfazione in base all’idea politica.
Normale, anche alla luce del fatto che uno strumento così non si era mai menzionato finora dalle parti di Bruxelles né tantomeno in territorio italico.
Ma quanto ha influito la reputazione dell’Italia e del suo esecutivo nell’adozione di questi strumenti?

Molto, secondo Marco Antonellis, firma di Dagospia e direttore di Palazzi e Potere; a detta del giornalista da tempo l’Italia non avrebbe un governo capace di battere i pugni sulla cattedra europea, ma la domanda che Francesco Vergovich pone anche a Mauro Masi, Presidente della Banca del Fucino e di Banca Igea, è se avremo mai quella classe politica e se effettivamente sia il giusto identikit di governo ideale.
Ecco le due interpretazioni di Antonellis e Masi a ‘Un giorno speciale’.

“Recovery Fund, Mes, Eurobond: la verità è che a Bruxelles ci vedono come quelli che si accontentano” ► Antonellis – Masi

Sarebbe importante far pesare questa compostezza che gli italiani hanno avuto in questa fase sui tavoli internazionali perché c’è ancora tanta retorica antiitaliana, ci sono ancora tanti luoghi comuni in Germania come in Olanda. All’estero ci trattano ancora come quelli “spaghetti e mandolino”, invece bisognerebbe farci rispettare di più, che non significa essere sovranisti, ma significa farci rispettare ai tavoli che contano, essere autorevoli.

Un popolo che si comporta così non ha nulla da imparare dai tedeschi, dai francesi o dagli olandesi, ma a Bruxelles la pensano diversamente, lì siamo sempre considerati come quelli che devono prendere il menù deciso da altri.
Siamo un popolo che sta reagendo molto bene, non abbiamo nulla da invidiare alla Germania, alla Francia e così via. Bisognerebbe avere una classe dirigente finalmente autorevole che sappia farsi rispettare anche in Europa.
Purtroppo questa classe dirigente non l’abbiamo avuta in passato e forse non l’abbiamo nemmeno ora.

Questo è un grande handicap perché ora ci troviamo a dover trattare delle situazioni che rischiano di sfuggirci di mano. Tanto per dirne una, eravamo partiti con gli Eurobond e ce li hanno tolti dal tavolo senza darci una spiegazione e quel che è peggio, si fa finta che gli avessimo chiesto il Recovery Fund sin dall’inizio.
Bisognava crederci di più e invece come al solito ci siamo accontentati.

Io non dico che bisogna arrivare a pretendere le scuse dalle nazioni del nord Europa, dico però che serve che ci facciamo rispettare ai tavoli che contano: serve capacità, serve aver studiato, serve autorevolezza e una visione delle cose; noi come Italia dobbiamo avere un’idea su quel che vogliamo essere tra 5-10 anni. Purtroppo tutte cose che ci mancano. Se noi fossimo tranquilli e preparati ce ne fregheremmo anche degli stereotipi.

Mauro Masi: “E’ qualunquista non prendersi nessuna colpa a discapito dei governi”

Tagli alla sanità? Sì è vero, sono stati fatti dagli ultimi trent’anni in poi, ma questi governi li abbiamo votati noi, non ci chiamiamo fuori.
Questo che quando piove è sempre il governo che è ladro è un esercizio un po’ qualunquista.

Conte non lo abbiamo scelto, è vero, ma i 5 Stelle nel marzo del 2018 li ha votati un italiano su tre; Virginia Raggi è stata votata da un romano su due, riflettiamo anche su questo.

Pannella? Ho avuto modo di parlare di lui con degli amici e tutti hanno detto che si sente veramente la mancanza di personaggi così, con questa visione.
Io citerei anche Francesco Cossiga, non a caso molto amico di Pannella.
Non voglio fare la solita retorica sul governo e su quello che non abbiamo, ma personaggi così, come Marco Pannella mancano davvero
.


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