Le centrali che diffondono a reti unificate la catechesi del verbo unico politicamente corretto seguitano da tempo a ripetere che il coronavirus non può essere nato in laboratorio. E’ nato, si decide per decreto, per naturale evoluzione, da un pipistrello e guai a dubitarne.

Circola diffusamente da ieri un video di TGR Leonardo, telegiornale scientifico di Rai 3, del 16 novembre 2015 che spiega come in quell’anno la Cina avesse creato un virus a partire dal pipistrello in grado di attaccare i polmoni.

Ecco la pistola fumante, dicono alcuni. Ecco la prova che la Cina è responsabile.

Contrariamente a quanto diffuso da molti il virus che sta circolando in questi giorni non è lo stesso del servizio del 2015, ma è comunque la prova che il virus può essere prodotto in laboratorio. Se già qualcuno lo ha fatto nel 2015 non si capisce perché non possa essere di nuovo avvenuto anche ora.

Perché negare a priori che possa essere stato prodotto anche nel 2019-2020?

Surreale è l’ostinazione con cui i monopolisti del discorso si rifiutino di prendere in esame l’ipotesi del laboratorio, facendo passare per caso manicomiale chi osi sollevarla.

Io non credo affatto che gli untori siano i cinesi, non penso siano stati loro a produrre il covid-19 e a diffonderlo per un’ovvia e duplice ragione:

  1. La Cina stava già dominando prima del diffondersi della pandemia l’economia globale, mettendo in difficoltà persino gli Stati Uniti
  2. La Cina vive di export, dunque non ha alcun bisogno di mettere in ginocchio i suoi partner commerciali

Cercherei dunque altrove i responsabili. Cercherei tra chi odia la Cina.

Quel che è plausibile, ed è questo il punto, è che il virus possa essere stato prodotto in laboratorio.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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