Le stime della Commissione europea, che hanno tagliato la crescita del Pil italiano per il 2025 allo 0,4%, confermano il ritorno dell’Italia a un ritmo di crescita debole, incapace di tenere il passo con il resto dell’Europa e persino con paesi del Sud come Grecia, Portogallo e Spagna.
Secondo, ad esempio, l’economista Cottarelli, il PNRR non avrebbe prodotto l’aumento di capacità produttiva promesso — io ve l’avevo detto anni fa — non riuscendo a correggere debolezze strutturali come l’alta pressione fiscale, la lentezza della burocrazia e della giustizia civile, l’elevato costo dell’energia, semplicemente perché, secondo me, non serviva a quello.
A ciò si aggiunge il problema demografico, con la perdita di giovani e la mancata compensazione del calo della popolazione attiva. L’ex direttore della Banca d’Italia, Rossi, sottolinea che il problema è strutturale.
Produttività Ferma e Critiche agli Imprenditori
La produttività sarebbe ferma da 30 anni, il tessuto produttivo sarebbe bloccato da imprese mediamente troppo piccole, sottocapitalizzate e tecnologicamente arretrate. No, non sono d’accordo. Il problema è che basterebbe lasciare lavorare gli imprenditori e non rubar loro soldi con le tasse che vengono date all’Unione Europea per fare quello che decide lei, e non quello che serve invece alle imprese.
Il Made in Italy è un paradosso: le eccellenze rappresentano solo il 7,8% delle società di capitali, ma generano quasi la metà dell’export. Il resto del Paese, ovvero la grande maggioranza delle imprese, produrrebbe, crescerebbe e innoverebbe poco. Non sono d’accordo nemmeno su questo.
PIL – Il Ruolo delle Imprese e la Trappola Europea
Io tutti i giorni vedo piccole, medie e anche micro imprese per consulenza di strategia aziendale: a tutte stanno andando meglio le cose, le imprese stanno facendo grandi sforzi di miglioramento, quelle che sono con me stanno pensando al futuro, tutti gli imprenditori hanno voglia di fare. È il contesto politico italiano, che si è prestato al contesto burocratico europeo, il nocciolo del problema, non gli imprenditori italiani.
Concordano sul fatto che non si uscirebbe da questa trappola con la sola spesa pubblica, ma con una rivoluzione di regole, amministrazione, formazione, dimensione delle imprese, perché senza produttività non potrà mai esserci una crescita degna.
Nel senso che quello che serve è uscire dalla trappola dell’Unione Europea, perché senza questa burocrazia folle gli imprenditori saprebbero come far fruttare i propri soldi, dare posti di lavoro, creare benessere, creare domanda interna, risollevare l’Italia.










