Le ultime notizie dal mondo del tennis non faranno piacere né a Jannik Sinner né al suo rivale diretto Carlos Alcaraz: ecco il motivo.

La stagione tennistica 2025 ha confermato il binomio dominante in ambito maschile, composto da Carlos Alcaraz e Jannik Sinner. I due leader della classifica ATP si sono letteralmente divisi i trionfi nei maggiori tornei stagionali, a cominciare dal primo Major in Australia fino all’evento di chiusura, le Finals ATP.

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È ufficiale, niente da fare per Alcaraz-Sinner: annuncio di pochi istanti fa (foto @janniksin) – radioradio.it

Se si esclude la sorprendente vittoria sorprendente dell’underdog Valentin Vacherot al Masters 1000 di Shanghai, ogni competizione di livello è stata ad appannaggio dei due fuoriclasse già citati. Non a caso Alcaraz comanda il ranking mondiale, mentre Sinner insegue a soli 550 punti di distanza. Un vero dualismo che già oggi appassiona tutti gli spettatori e tifosi.

Il fatto che siano entrambi molto giovani (Alcaraz ha 22 anni, Sinner 24) presuppone che il loro dominio nel tennis maschile possa essere longevo ed ancor più appassionante nei prossimi anni. Al momento non si intravedono atleti capaci di raggiungere il loro livello di competitività e di tenacia. Eppure c’è chi si dice non così esaltato dal loro dualismo, a dirla tutta non ai livelli dei tennisti di un tempo.

Nadal snobba Alcaraz e Sinner: “La mia generazione ha lasciato un’eredità incredibile”

Non mancano infatti i paragoni tra il tennis di oggi, per l’appunto dominato da Alcaraz e Sinner, e quello degli scorsi decenni. Dove a fare la voce grossa c’erano i Big Three, ovvero i tre fuoriclasse assoluti che hanno fatto la storia: Rafa Nadal, Roger Federer e Novak Djokovic, quest’ultimo ancora in attività come ultimo barlume rimasto del recente passato.

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Nadal snobba Alcaraz e Sinner: “La mia generazione ha lasciato un’eredità incredibile” (Screenshot) – radioradio.it

Durante un’intervista rilasciata al programma Universo Valdano di Movistar+, Nadal ha voluto comparare il suo tennis con quello che si sta vedendo negli ultimi anni: “Abbiamo lottato l’uno contro l’altro per i tornei più importanti, ma non abbiamo mai spinto niente all’estremo. La rivalità è rimasta in campo e i rapporti personale si sono sempre basati sui valori del rispetto, dell’ammirazione e persone di amicizia nei confronti dei rivali. Sono felice di aver fatto parte di questa storia. Senza togliere alcun merito ad Alcaraz e Sinner, che stanno facendo le cose per bene, abbiamo contribuito a far capire alle nuove generazioni che si può essere rivali senza odiare l’avversario“. 

Nadal fa intendere che uno dei punti di forza dei Big Three è stato il voler superare i limiti ed i record dei loro predecessori: “Noi venivamo da Pete Sampras, che aveva vinto 14 titoli del Grande Slam. È umano che qualcuno della nostra generazione, arrivato a 14, avrebbe potuto pensare di aver raggiunto il massimo. Ma noi, essendo in tre e non in due, non avevamo mai margine per rilassarci. Le esigenze erano altissime. Non abbiamo mai smesso di spingerci a vicenda. Non c’era spazio per prendere alla leggera un torneo. Questa è la grande della nostra epoca: Eravamo sempre in finale, in lizza per i tornei più importanti. Non credo che uno di noi da solo avrebbe potuto farcela”.