
Buone notizie per i dipendenti pubblici dopo la presentazione della nuova legge di bilancio: le buste paga saranno più corpose
Come ogni nuova Legge di bilancio presentata da ciascun Governo che si rispetti, anche quella varata dalla squadra della Premier Giorgia Meloni sta scatenando polemiche di natura politica e non solo.

Se il tema delle pensioni resta bollente anche a causa della progressiva sparizione dell”Opzione Donna‘ e della ‘Quota 103‘ – misure che consentivano alle donne lavoratrici di anticipare il pensionamento rispetto ai termini originariamente previsti – i dipendenti pubblici si avviano finalmente verso una stagione economica più redditizia.
Entrando nello specifico delle disposizioni pensate per tutta questa categoria di lavoratori, il 2026 sarà un anno di novità concrete sul fronte delle retribuzioni per i dipendenti statali. Oltre agli aumenti previsti dai rinnovi contrattuali, il percepito a fine mese (la famosa ‘busta paga’) sarà più corposa anche grazie agli interventi fiscali previsti dalla citata legge.
La combinazione tra la riduzione dell’Irpef e la detassazione del salario accessorio potrà garantire un incremento che in taluni casi toccherà i 56 euro al mese, pari a circa 664 euro l’anno. L’intervento coinvolgerà quasi tre milioni di lavoratori pubblici: la disposizione ha come obiettivo quello di restituire capacità di spesa, dopo anni di contrazione economica e di redditi sostanzialmente congelati.
I dipendenti statali esultano: nel 2026 crescono gli stipendi
La riduzione della seconda aliquota Irpef, che scenderà dal 35% al 33%, interesserà tutti i contribuenti, pensionati compresi, producendo effetti tangibili soprattutto per chi rientra nella cosiddetta ‘classe media’: ovvero quella fascia di reddito compresa tra 28.000 e 50mila euro.

Parallelamente a questa misura, ecco la detassazione del salario accessorio, sempre prevista dalla Legge di Bilancio 2026. La manovra, del valore di circa 380 milioni di euro, stabilisce che per i dipendenti con retribuzioni annue fino a 50 mila euro, le somme legate al salario accessorio – premi di risultato o indennità variabili – saranno soggette a tassazione agevolata del 15% anziché all’aliquota Irpef ordinaria.
Pur con le ovvie differenze sulla retribuzione già stabilita dalla mansione e disciplinata dal relativo contratto, in atti concreti la combinazione tra la riduzione dell’Irpef e la detassazione del salario porterà un lavoratore con 35mila euro lordi annui a contare su circa 24 euro netti in più al mese; chi percepisce 40mila euro vedrà salire il suo stipendio di circa 32 euro mensili; mentre chi incassa normalmente 50mila euro potrà arrivare fino a 56 euro al mese. Che su base annua si traduce in un aumento di 664 euro in busta paga. Finalmente buone notizie per una consistente fetta di lavoratori del settore pubblico.









