Un ultimo studio ha svelato una verità incredibile su alcuni alimenti: sono avvelenati dai pesticidi. Ecco di quale si tratta e come scegliere con consapevolezza.
L’alimentazione è un presidio importante di salute e longevità e, oltre a scegliere cosa cucinare ogni giorno, bisognerebbe fare attenzione anche a ciò che si compra al mercato quotidianamente. Tutti gli alimenti sembrano sicuri all’apparenza, anche perché vengono sottoposti a molte analisi ma forse è proprio questo il problema.

Perché da alcuni controlli emergono delle verità incredibili: uno studio ha svelato che alcuni alimenti sono avvelenati dai pesticidi. Consumarli può essere dunque pericoloso per la propria salute. Ecco cosa è emerso ultimamente.
La verità su alcuni alimenti avvelenati dai pesticidi
Da un nuovo studio è emerso che ci sono contaminazioni diffuse da pesticidi in molti campi di grano e persino i campi biologici non sono esenti da questi. Il problema però è controverso: in agricoltura i pesticidi favoriscono raccolti più abbondanti e riducono le perdite causate da parassiti e malattie. Tuttavia dall’altra parte possono essere pericolosi per la salute e l’ambiente.

Infatti queste sostanze possono contaminare suolo, aria e acque. Da uno studio europeo pubblicato sul Journal of Hazardous Materials nell’ambito del progetto SoildiverAgro, sono emersi risultati allarmanti sulle contaminazioni da pesticidi. Stando ai dati della FAO l’uso dei pesticidi agricoli è passato da 2,8 milioni di tonnellate nel 2010 a 3,5 milioni nel 2022, con un aumento del 25%.
Anche in Europa l’uso di pesticidi è in aumento: da 402.229 tonnellate nel 2010 si è passati a 449.038 tonnellate nel 2022, con un incremento del 12%. Nel 2023, nell’Unione Europea erano autorizzati 444 pesticidi, mentre 954 erano vietati o non approvati e 43 erano in fase di valutazione. Uno studio condotto dall’Università di Vigo nell’ambito del progetto SoildiverAgro, ha analizzato nello specifico la presenza di pesticidi nei campi di grano europei.
Esaminando 188 campi distribuiti in otto Paesi, con climi e suoli diversi, di cui 93 coltivati in modo convenzionale e 95 biologici, i ricercatori hanno valutato 614 pesticidi. L’Italia non era inclusa nel campione di Paesi analizzati, ma rientravano Germania, Belgio, Danimarca, Ungheria, Serbia e altri Paesi del Nord e dell’Est Europa.
È emerso che il problema a livello europeo è davvero preoccupante dato che il 99% dei campi convenzionali conteneva almeno un pesticida. In particolare sono stati individuati 73 composti diversi, fra cui:
- Fenbutatin oxide e AMPA (metabolita del glifosato), presenti nel 44% dei campioni
- Glifosato ed epossiconazolo (fungicida), nel 39% dei campioni
Altri spesso rilevati: boscalid, tebuconazolo, bixafen, diflufenican e persino metaboliti del DDT (vietato da decenni). Anche nei campi biologici c’è stata un’alta contaminazione di pesticidi, che non riguarda solo il terreno o l’acqua ma l’intera catena alimentare. La preoccupazione per queste sostanze è legata dunque al fatto che possano finire negli alimenti che mangiamo.
Da studi scientifici si è visto che l’esposizione prolungata ai pesticidi conduce ad un ampio spettro di problemi di salute, che vanno dalle malattie neurodegenerative e cardiovascolari ai disturbi respiratori, renali, endocrini e riproduttivi, fino a diversi tipi di tumori. Non tutti i pesticidi però rappresentano lo stesso rischio: alcuni ad esempio possono essere un problema per la biodiversità.
Tra i fungicidi più problematici ci sono epoxiconazolo, boscalid e difenoconazolo, mentre tra gli insetticidi sono preoccupanti imidacloprid e clothianidin, sostanze note per il loro effetto nocivo sugli insetti impollinatori e altri organismi non bersaglio. Si stima che meno del 15% dei pesticidi applicati raggiunga effettivamente il parassita bersaglio. Il resto si disperde nell’ambiente, contaminando il suolo, l’acqua e l’aria, comportando problemi per l’ambiente come la perdita della biodiversità.
Per questo ci si auspica che si riduca la dipendenza dai pesticidi chimici nell’agricoltura, promuovendo alternative più sostenibili come i bioinsetticidi. Altre pratiche utili possono essere:
- la rotazione delle colture
- la riduzione delle lavorazioni del terreno
- l’uso di colture di copertura
- l’agricoltura biologica certificata










