Nella serata del 16 settembre, Affari Tuoi su Rai1 non è riuscito a primeggiare nella fascia dell’access prime time. Il programma condotto da Stefano De Martino ha raccolto 4.224.000 spettatori con uno share del 21,4%, restando dietro alla concorrenza di Canale 5, dove La Ruota della Fortuna, condotta da Gerry Scotti con Samira Lui, ha ottenuto 4.735.000 spettatori e il 24% di share confermandosi leader del segmento.
Al di là delle cifre
Stiamo assistendo alla rinascita di un modello televisivo che valorizza la cultura, l’interazione, la curiosità e l’intelligenza del pubblico. A dispetto del cinismo e del degrado di parte dell’offerta televisiva, un programma come La Ruota della Fortuna sta dimostrando che il pubblico risponde con entusiasmo quando gli viene proposto un contenuto di qualità.
Gerry Scotti, da uomo di radio qual è, ha portato in TV quella spontaneità e quell’eleganza che nella televisione attuale sembrano ormai merce rara. Con la sua conduzione sobria ma brillante riesce a far sentire il pubblico a casa, parte di un gioco che stimola la mente e diverte senza volgarità.
E allora la notizia qual è? Che il pubblico risponde quando gli offri un prodotto di qualità. Il pubblico c’è, e non è fatto solo di spettatori passivi da intrattenere con contenuti vuoti o superficiali. Questo ritorno a un gioco classico ma ben fatto, in una fascia storicamente ‘maltrattata’ (diventata negli anni una sorta di discarica di contenuti stanchi), ci dimostra che la televisione può ancora offrire qualcosa di buono. Altro che popolo di beoti, come qualcuno ancora ama dipingerci. Siamo capaci di apprezzare contenuti che stimolano la mente, che ci fanno partecipare, che ci mettono alla prova. Lo share non mente: cinque punti di differenza tra La Ruota della Fortuna e Affari Tuoi non sono più una semplice fluttuazione. Sono un segnale. E sarà difficile ignorarlo.
Spero che questo successo non resti un caso isolato. Perché oggi più che mai abbiamo bisogno di una televisione che rispetti chi guarda, che smetta di trattare il pubblico come un bersaglio passivo e ricominci a stimolarlo, anche a farlo crescere. Vale nei quiz, ma anche nei talk show, nei programmi d’attualità, nel modo in cui si fa informazione e intrattenimento.
Perché, quando il cervello viene coinvolto, il pubblico c’è. E vince.










