Un nuovo gruppo di attivisti è salpato da Barcellona (per poi tornare indietro per maltempo) e Genova diretto verso Gaza. Tra i partecipanti anche Greta Thunberg. Ma tra dirette in streaming e slogan, tornano le ambiguità di sempre: silenzi, accuse di ‘rapimento’ smentite dai fatti e una scenografia che spesso sfiora il grottesco.

Nella giornata di ieri Repubblica ha trasmesso la diretta nel pomeriggio, siamo sicuri che questo somigli a una missione seria o ci troviamo di fronte a una commedia surreale?

La scena

L’equipaggio, invece di prepararsi con la tensione e la determinazione che ci si aspetterebbe, è seduto a tavola a mangiare. Tutti lì, a mangiare, con calma. Un déjà-vu di Nando Moriconi, quel mitico personaggio di Alberto Sordi che con la sua spensieratezza incarna quel modo tutto italiano di affrontare le cose più gravi con leggerezza quasi comica.
Eppure la questione è seria, anzi drammatica. Si parla di Gaza, un conflitto che da anni insanguina una regione e che poche settimane fa ha visto un massacro terribile. Ma quella scena (uomini e donne a ‘magnà’ prima di partire per un viaggio che vorrebbe essere ‘umanitario’) sembra dirci che la priorità è un’altra.

Non è la prima volta che questa flotilla si presenta così. A giugno gli israeliani hanno fermato quella spedizione senza incidenti. Eppure, subito dopo, Greta e i suoi hanno gridato al ‘sequestro’. Peccato che i ‘sequestratori’ abbiano offerto loro cibo, un sandwich che lei ha mangiato senza esitazioni. E come ciliegina sulla torta, quando l’esercito israeliano ha proposto di far vedere quei terribili filmati sugli orrori del 7 ottobre, la risposta è stata un netto rifiuto. “No, non voglio vedere”, ha detto Greta.

Il teatrino

Ed è lì che la faccenda si fa seria. Perché non si può fare la morale, non si può parlare di pace, di diritti umani e di solidarietà se poi si chiudono gli occhi davanti ad una verità scomoda. Questa flotilla racconta molto di più delle intenzioni dichiarate: parlano di una solidarietà selettiva, di una narrazione parziale che fa comodo a qualcuno. E per chi soffre davvero, per chi vive nel terrore e nella violenza, non è uno scherzo. È una tragedia.