La Roma di Gasperini si sta muovendo eccome sul calciomercato. Dopo aver ufficializzato l’arrivo di Wesley dal Flamengo (operazione da 25 milioni più 5 di bonus), i giallorossi sono pronti a chiudere anche per Ghilardi del Verona: l’incontro decisivo tra le due società è fissato in giornata e l’accordo si dovrebbe chiudere intorno agli 11 milioni complessivi. E non finisce qui. Anche in porta arriva un rinforzo: Devis Vasquez, classe ’98, si è liberato dal Milan ed è già a Roma dopo aver sostenuto le visite mediche, pronto per trasformarsi nel nuovo Vice-Svilar.
Insomma, la società si sta muovendo con decisione e, almeno a vedere i numeri, anche con una certa logica e tempestività. Ma cosa ne pensa chi osserva da vicino le mosse giallorosse? A fare il punto ci ha pensato Paolo Marcacci, in diretta su Radio Radio Mattino – Sport e News, che senza giri di parole ha dato il suo parere sulla Roma, il mercato e le recenti dichiarazioni di Gasperini.
Dovbyk non fa sognare Gasperini: la Roma valuta la cessione ▷ Besiktas e Fenerbahce alla finestra
“Dovbyk? La Turchia è una possibilità. Forse più Fenerbahce, sicuramente, dove c’è uno dei gruppi di investitori in questo momento più potenti in assoluto”. Dopo le sirene turche degli ultimi giorni (soprattutto sulla sponda bianconera del bosforo, targata Besiktas), quello dell’attaccante ucraino sembra uno dei nomi più papabili in chiave cessioni, non avendo mai rubato particolarmente il cuore a nessuno in quel di Trigoria.
Inoltre, anche i gialloblù di Istanbul guidati dall’ex Mourinho, come ricordato dallo stesso Marcacci, avrebbero mostrato un tiepido interesse: l’ex Girona, infatti, non è detto che resti, e anzi, l’idea che possa partire prende quota, con il benestare più che convinto di club, allenatore e piazza.
“La Roma qualcos’altro in uscita dovrà fare, ora il ragionamento realistico è questo. In entrata continuano ad arrivare giocatori funzionali, io continuo ad utilizzare questo aggettivo per le scelte di Gasperini. Bisogna avere pazienza e dare tempo al club di lavorare”.
Ghilardi, colpo sottovalutato

Marcacci non ha dubbi su uno dei volti nuovi di questa nuova Roma giovane e promettente: “Ghilardi, per me, è un gran bell’acquisto. Si rivelerà ancora più impattante rispetto a quanto si dice ora”. Un investimento intelligente, di prospettiva, e soprattutto in linea con le idee del tecnico.
Chi parte? Serve un’uscita importante
Il vero tema, però, è chi andrà via per fare spazio (e cassa): “Bisogna ragionare su quale può essere l’uscita più cospicua: ne serve almeno un’altra”. E torna in gioco il discorso su Dovbyk: “Nel frattempo dobbiamo capire quanto, nel vederlo all’opera quotidianamente, Gasperini stia apprezzando o non apprezzando, diciamo, le caratteristiche di Dovbyk. Perché c’è pure questo discorso. Dopodiché va via? Ne devi prendere un altro chiaramente in attacco. Ma non è facile, perché già dovevi prendere l’attaccante esterno a sinistra”.
Ma quello del premio Pichichi del 2024 non è l’unico profilo in odore di cessione. Anche Bryan Cristante potrebbe essere tra i sacrificabili, dopo ormai 7 anni dal suo approdo a Roma. Ma qui il discorso è più delicato: “Con Cristante quanto ci fai in questo momento?”.
Insomma, l’intenzione c’è, ma il mercato non sempre risponde come si vorrebbe. E svendere i propri asset, non potendo rimpiazzarli con alternative valide, sarebbe solo controproducente.
Roma, Gasperini pungola giustamente (e neanche eccessivamente) la società ▷ Ma la strada sul mercato è quella giusta
Il punto finale di Marcacci va dritto al cuore della questione: le “frecciate” (si fa per dire) di Gasperini alla società.
“La situazione, al 29 luglio, è ancora molto in divenire. Ma quante squadre si sono mosse sul mercato tanto quanto la Roma? Il lavoro di Massara comincia a essere redditizio. Sicuramente Gasperini fa bene a pungolare la società, ma arrivare a lamentarsi probabilmente è troppo. Perché è vero: mancano ancora delle cose da fare. Ma lo stesso Gasperini ti dice che mancano anche a tutti gli altri avversari. Questo aspetto delle sue dichiarazioni è stato, ovviamente, molto meno sottolineato”.










