Il club bianconero e i suoi tifosi piangono la scomparsa di un personaggio legato a doppio filo con la storia della Juve
Qualcuno potrebbe pensare che nell’epoca moderna – quella dei social, quella in cui tutto può essere immortalato anche facendo un semplice screenshot sullo schermo televisivo mentre si guarda un evento – le fotografie ‘vecchio stampo’ abbiano perso di valore.

Molti altri sostengono invece con vigore una tesi diversa: le emozioni e la suggestione che regala una foto di campo, coi protagonisti immortalati dal vivo nell’atto di un gesto tecnico magari destinato a restare nella storia, porta con sé un inestimabile dono. Quello dell’immediatezza, del cogliere l’attimo incastonato nello spazio e nel tempo dalla sapiente mano di un professionista. Altro che le foto coi nostri smartphone, per intenderci.
Nel calcio ‘vecchie maniere‘ da molti ricordato con una vena nostalgica dura a morire, le società erano solite affidare le istantanee ad un fotografo ufficiale. Un personaggio che seguiva la squadra in ogni angolo del mondo, pronto a documentare tanto i trionfi quanto le tragedie o i momenti curiosi.
La Juve aveva trovato in Salvatore Giglio, palermitano classe ’47, l’uomo giusto per celebrare le gesta della blasonata società piemontese. Testimone del mondo Juve dal 1974 al 1999, il mitico reporter è morto all’età di 78 anni lasciando un vuoto incolmabile soprattutto nei tifosi bianconeri meno giovani.
Addio a Salvatore Giglio, storico testimonial del mondo juventino
Oltre ad aver seguito sette edizioni della Coppa del Mondo di calcio, nove Campionati Europei e collaborato con alcune delle più famose testate del mondo come Guerin Sportivo, France Football, Sports Illustrated e National Geographic, Giglio nel 2009 si è tolto la soddisfazione di essere inserito dall’UEFA – unico rappresentante italiano – nella squadra dei 14 “Uefa World’s Best Soccer Photographers”.

Autore di scatti memorabili, rimasti nella storia del calcio – non solo in quella della Juve – come la foto di Michel Platini sdraiato a terra dopo l’annullamento di un suo gol clamoroso nella finale di Coppa Intercontinentale contro l‘Argentinos Juniors nel 1985, il palermitano è stato anche, suo malgrado, testimone dell’orrenda e dolorosa pagina della tragedia dell’Heysel, nella maledetta serata di Bruxelles.
Con Giglio se ne va un pezzo della Juve che fu. Di un’epoca resa celebre e fruibile dal normale tifoso anche grazie alle sue splendide foto, che hanno fissato per sempre nel tempo emozioni dure a morire per i tifosi delle scorse generazioni.










