“Codice Ratzinger” è attualmente tra i saggi più letti in Italia. Il suo autore Andrea Cionci, storico dell’arte, giornalista e scrittore, ha ricostruito al suo interno la questione dei due papi, entrambi in vita, ma non entrambi effettivamente papi. In che senso?
Papa Benedetto in realtà non avrebbe mai abdicato al titolo, e caso vuole che da 9 anni ripeta che “il Papa è uno solo” senza mai specificare quale. Ratzinger non ha infatti mai rinunciato al Munus, bensì si è ritirato in sede impedita – cioè in uno stato di prigionia – motivo per cui vive ancora in Vaticano, ancora vestito di bianco, ancora con il nome pontificale e in grado di impartire la benedizione apostolica.
Chi lo dice? Diversi canonisti, nonché la sua Declaratio dell’11 febbraio 2013, ma molti vedono anche nel suo linguaggio ambiguo un segnale chiaro del suo essere ancora in carica.
Questo, in quanto Papa, lo farebbe per dire esclusivamente la verità. Quando infatti Benedetto dice “ho rinunciato al mio Ministero” c’è un gap di traduzione in italiano: Munus e Ministerium si traducono dal latino entrambi come ‘Ministero’, ma esclusivamente rinunciando al Munus c’è l’abdicazione vera e propria. E rinunciando al Ministerium? Si va in sede impedita (attuale situazione). Una verità che sconvolge, quando non scandalizza, ma mai smentita fin dalle prime divulgazioni di giornalisti come Cionci.
Ma allora come andavano gestite le dimissioni di Ratzinger perché ciò non accadesse?
Prima del Conclave Benedetto avrebbe dovuto nominare un prelato che gestisse, nel momento di transizione, le funzioni pratiche del potere. “Lui avrebbe potuto senz’altro nominare un vicario, ma non lo ha fatto; gli hanno nominato alle spalle un Conclave invalido – perché può essere regolato solo con il Papa precedente morto o regolarmente abdicatario – quindi Bergoglio“, ricorda Cionci, “è assolutamente illegittimo“.
Cos’ha fatto a quel punto Ratzinger? “Ha indotto in tentazione i suoi nemici, che volevano toglierlo di mezzo a tutti i costi – anche con un complotto di assassinio portato alla luce da Marco Lillo del Fatto Quotidiano – mettendoli alla prova. Prova che loro hanno fallito“.
Ma non è tutto: prova del fatto che Bergoglio non avrebbe il Munus Petrino (dunque, secondo dogmi cattolici, l’aiuto dello Spirito Santo) proverrebbe dalla sua visita in Canada di fine luglio, nella quale avrebbe preso parte a un rituale Inuit delle confessioni locali: atto impossibile da compiere per il vero Papa secondo dottrina, e che non può essere considerato per diverse ragioni un gesto di fratellanza e condivisione.
Approfondiamo nell’intervista ai microfoni di Francesco Vergovich.
“Stanno succedendo delle cose dell’altro mondo mentre il mainstream fa finta di non vedere: il fatto che Bergoglio non abbia il Munus Petrino da un punto di vista cattolico fa sì che lui non abbia alcuna assistenza da parte dello Spirito Santo. Come sapete c’è il dogma dell’infallibilità papale, quindi è del tutto normale che con Bergoglio sia un po’ un terno al lotto. Infatti il presunto Papa Francesco in Canada ha partecipato a un rito necromantico: andate a vederlo su YouTube partecipare a una cerimonia con uno sciamano Inuit, prende una penna di tacchino, un’erba fumante e invoca la cosiddetta ‘nonna occidentale’.
Ora, con grande rispetto per la religione degli Inuit, per la religione cattolica questa è l’evocazione di demoni, perché qualsiasi evocazione spiritica da parte di esseri umani in ottica cattolica equivale all’evocazione di demoni. Il presunto Papa Francesco ha quindi – per la dottrina cattolica – partecipato a un rito necromantico per l’evocazione del diavolo. Vi sembra normale?
Un modo per legare con altre religioni? Non può essere questo, perché esiste un peccato di idolatria. Si possono intrattenere buoni rapporti con leader religiosi di altre confessioni, ma partecipare a un rito pagano è un atto idolatrico e di necromanzia. Le regole non le ho fatte io, chiunque conosca la dottrina cattolica lo sa.
Il sincretismo religioso è un assoluto controsenso per la religione cattolica, che si ritiene essere una religione direttamente rivelata da Dio, quindi se Gesù Cristo è il figlio di Dio ed è venuto per dare l’identità del Signore trinitario, poi non la si può ributtare in caciara dicendo che poi Dio si è manifestato anche come Allah o come Shiva perché è un’entità indistinta, è l’offesa più grande che si possa fare alla rivelazione. Questo ovviamente facendo salva la libertà di ognuno di credere nella propria divinità“.
La nuova divinità ‘Terrena’
“Il 5 agosto scorso a El Alto (Bolivia) è stato compiuto un sacrificio umano ai danni di un ragazzo sepolto vivo in onore della Pachamama, la ‘Madre Terra’. Voi sapete che la Pachamama è stata intronizzata da Bergoglio in San Pietro con una processione fatta da vescovi con religiosi vari che si prostravano di fronte a questa divinità di origine incaica.
Ora è in corso un processo di trasmutazione della figura di Maria, che è la Madre del Cielo, con la Madre Terra. Anche la ‘Nonna Occidentale’ di cui parlava quello stregone Inuit non è altro che la Madre Terra, ovvero la Nonna Ragno: una divinità che lancia la sua ragnatela sui bambini per catturarli e mangiarli (non molto assimilabile alla figura di Maria).
Ma perché c’è questo processo in corso? Perché siccome Bergoglio punta ad annichilire il cattolicesimo e a renderlo un contenitore per una nuova mega-religione sincretista al servizio dei poteri forti mondialisti, non si può puntare lo sguardo all’ultraterreno, al cielo, all’aldilà, perché su quello le varie religioni hanno visioni radicalmente diverse. L’unico ambito nel quale ci si può mettere d’accordo è quello della gestione della terra, ma si tratta di un processo distruttivo, inversivo e disidentificativo del cattolicesimo: sempre dal punto di vista cattolico, non può che essere anticristico.
Per questo vi dico: Bergoglio è autorizzato a fare quello che fa perché non è il Papa“.
Le apparizioni con Ratzinger senza segnali di rancore
“Molti si stupiscono e vengono anche turbati da quest’atteggiamento di Papa Benedetto verso Bergoglio, ma è una cosa straordinaria. Papa Benedetto ama il suo nemico e prega per il suo persecutore, come si legge nel Vangelo.
Lui è stato detronizzato, ma nonostante questo ama il suo persecutore, e la prova di quanto dico è contenuta nel libro ‘Ultime Conversazioni’ del 2016, in cui Papa Benedetto si arrampica sugli specchi pur di non dire che Bergoglio è bravo, cattolico, che è il Papa e che è santo: fa degli elogi di tipo generico (“ha un forte carattere”, “sa esattamente cosa fare e cosa no”) che anche Wellington avrebbe potuto fare nei confronti di Napoleone. Perché?
Perché essendo lui il Papa non può che dire la verità: non può affermare che Bergoglio è santo, che è suo amico ecc…, no, si limita a questi apprezzamenti di natura generica e gli vuole bene, lo ama, prega per lui“.
Perché Bergoglio nomina tutti questi cardinali?
“Già da tempo Bergoglio aveva nominato una raffica di cardinali – invalidi naturalmente – che se andassero a un prossimo Conclave eleggerebbero un altro antipapa; ma perché pur avendo già una maggioranza blindata continua a farlo?
Intanto menzioniamo il tentativo di portarli da Benedetto con la speranza che lui possa nominarli, ma Benedetto risponde sempre ironicamente: ‘Mi raccomando, la fedeltà al Papa’ senza specificare a quale; detto ciò credo che questa sia una mossa difensiva da parte di Bergoglio, perché sa benissimo che la sede impedita verrà ufficializzata, quindi la Chiesa si dividerà: ci saranno cardinali idealisti con Benedetto XVI e altri falsi cardinali che invece seguiranno lui. La cosa che trovo raccapricciante è che questi ultimi, pur di mantenere la berretta cardinalizia, difenderanno l’antipapato e tradiranno Cristo con tutte le conseguenze di natura spirituale che potete ben immaginare.
E’ una mossa difensiva quindi. Sta fortificando un gruppo di suoi pretoriani“.










