Non ci sono soltanto i millennial. Avanti con villa Arzilla, la mezza età trova la sua notte magica, Fabio Quagliarella si porta benissimo i suoi anni trentasei, scarica due rigori come fossero un calcio alla carta d’identità, l’Italia del futuro viaggia con il passato prossimo e con un presente certo, prima Barella, poi Kean, poi Sensi, tutti da scuola Montessori, poi arriva il nonno, ripetente, e allora in piedi per l’applauso. Non è il caso di andare di champagne e cotillions, il Liechtenstein junior (non come Frankestein) è roba piccola, anche ridotta in 10 e allora il pubblico di Parma si è rifatto gli occhi di un azzurro profondo.

Come stiamo, dunque? Calma, il divertimento c’è stato ma è opportuno attendere avversari di altra razza e censo, perchè, dopo aver visto il giro di tutte le nazionali migliori, il divario, tra noi e quellì lì, resta ampio. Prendete la Francia, campione del mondo. Ha nove calciatori che lavorano all’estero, ma attenti a dove: Manchester United (Pogba in attesa di Martial), Chelsea (Kantè, Giroud), Barcellona (Umtiti), Bayern (Pavard), Real Madrid (Varane), Atletico Madrid (Griezmann, Lemar), Juventus (Matuidi), Tottenham (Lloris, Moussa Sissoko) mentre soltanto due sono allonsenfants de la Patrie, Kurzawa (Paris Saint Germain) e tale Mbappé che è il fenomeno vero.

Dunque la Francia è di un altro mondo. Idem come sopra per la Germania vista contro l’Olanda che con Ronald Koeman è cresciuta moltissimo, recuperando valori che erano smarriti con la mancata qualificazione (idem come noi) al mondiale russo. Della Spagna si sa e si scrive, poi c’è sempre l’Inghilterra che è giovane, meno presuntuosa del solito e con una generazione che sta maturando nei grandi club dell’isola della regina. Siamo lontani da queste, non considerando il Portogallo di Cristiano Ronaldo, ancora da decifrare.

Siamo lontani per la scarsa perizia dei nostri virgulti, Barella è una premessa e promessa ma gioca a Cagliari, fuori dai radar internazionali, Sensi sta con il Sassuolo, Mancini nell’Atalanta, Zaniolo abbisogna di una stagione intera per convincere e convincersi ma è talento vero, il gruppetto juventino è ok, Verratti con il Psg e Jorginho con il Chelsea hanno buon passaporto ma non garantiscono lo stesso peso e la stessa forza dei colleghi citati. Occorre aspettare esami di maturità dopo le elementari e le medie, la gita turistica di Parma ha tenuto allegra la scolaresca e il suo maestro.

Tony Damascelli