7000 atleti, 24 discipline sportive: ai Giochi Mondiali Special Olympics 2019 gli azzurri hanno trionfato e ci hanno ricordato ancora una volta che cosa significhi essere davvero ‘speciali‘.

E’ atterrata questa mattina a Fiumicino la delegazione dei 115 atleti che hanno partecipato agli Special Olympics di Abu Dhabi. Un’occasione per celebrare lo sport, le persone di tutte le culture e di tutte le abilità. Un modo, dichiara il Presidente di Special Olympics Timothy Shriver, per “dimostrare al mondo che le divisioni possono essere cancellate“.

Protagonisti delle Special Olympics sono infatti atleti con e senza disabilità intellettive provenienti da ogni parte del mondo, che si sono misurati in 24 discipline sportive: atletica, badminton, bocce, bowling, calcio a 5 e a 7 unificati, equitazione, ginnastica artistica e ritmica, golf, equitazione, pallacanestro unificata e tradizionale, pallavolo unificata, nuoto, nuoto in acque libere, tennis e tennistavolo.

21 ori, 41 argenti, 45 bronzi

Un volo di ritorno fatto di valigie più pesanti, quello di oggi. Cariche di ricordi e di premi: “Questa medaglia è la mia storia, non riesco a smettere di guardarla” racconta l’argento Gabriele Savà.

Insieme a lui anche Federico Badessi, romano, nuotatore e con un disturbo generalizzato dello sviluppo di tipo autistico, che ha vinto la medaglia d’argento. O la punta di diamante azzurra, Veronica Paccagnella, campionessa con sindrome di Down che ha vinto ben quattro medaglie.

“I Game Changers – dichiara il Direttore Nazionale di Special Olympics Alessandra Pezzotti a Sportfair – non si arrendono alle difficoltà e, se pensano che siano sbagliate, cambiano le regole del gioco. Hanno rivoluzionato le prospettive da cui guardare le persone con disabilità intellettive. Hanno vinto tante medaglie ad Abu Dhabi, ma soprattutto hanno vinto sui dubbi, le perplessità e i pregiudizi di chiunque li abbia guardati giocare.