La situazione politica ed economica italiana preoccupa e non poco. Una crisi, quella del Belpaese, che non sembra far vedere via d’uscita neppure dopo la salita di Draghi al Governo: proseguono, infatti, gli scontri a Palazzo Chigi. Tra questi c’è il cashback, sospeso dal Presidente del Consiglio a partire dal 1 luglio. Secondo il Premier, la misura introdotta dal Governo Conte lo scorso inverno favorirebbe i redditi alti e per questo motivo sarebbe stato eliminato, tra le proteste di varie forze, tra cui M5S.

A preoccupare non sono solo aspetti economici. Prosegue anche il caos nel mondo politico e, in particolar modo negli ultimi giorni, nel Movimento 5 Stelle con lo scontro tra Conte e Grillo. Tra i due sembra esserci una rottura che appare ormai insanabile, con l’ex comico convinto: “La sua linea mette al centro solo sé stesso”. Valerio Malvezzi, economista e professore, ne parla a ‘Un Giorno Speciale’.

“Bisogna smetterla di parlare di finanza e parlare di economia e mettere in politica gente che sappia cosa vuol dire gestire un’azienda. Attualmente pochissime persone sanno farlo. L’Italia sta per fallire, i giovani sono morti. In queste condizioni, o ci si sveglia o si continua a danzare sul Titanic.

Conte? Io ero contro il primo Governo e contro il secondo: dissi che bisognava tornare subito a votare. Hanno perso tutti l’occasione di salvare il nostro Paese. M5S? Trovo curioso che il partito doveva essere fatto dalla democrazia partecipativa ma le decisioni vere sono prese da una persona singola. Io farei un partito partendo dai contenuti ideologici. Abbiamo fatto credere alla gente che si potesse togliere l’ideologia. Non ritengo che gli attuali partiti di sinistra, ad esempio, difendano i deboli come i lavoratori. Quel partito, come tutti quelli che ci sono, non parlano di economia.

Dobbiamo parlare di produzione, lavoro, fabbriche. Se non cambiamo sistema economico e non cambiamo modello, non cambieremo neanche modello sociale. Dobbiamo scegliere se stare in un mondo di multinazionali o un mondo dove i cittadini decidono. Stiamo andando in direzione di uno stato borbonico con una classe politica che mira solo alla difesa del proprio seggio. Oggi c’è circa un terzo delle persone che non fa niente, è disperata ma non lavora e questo è il tessuto del reddito di cittadinanza: questo è il problema più grave del nostro Paese. Se tutti lavorassero non dovrebbero inginocchiarsi a chi dice: ‘Ti do la paghetta’“.