Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione sull’Omnibus 1, un pacchetto destinato a semplificare le direttive relative agli obblighi di due diligence e di rendicontazione sulla sostenibilità ambientale e i diritti umani per le multinazionali. Il Partito Popolare Europeo (PPE) ha approvato il testo, rifiutando le proposte di compromesso degli altri gruppi, e ha trovato alleato nei partiti di estrema destra. Il risultato del voto è stato di 382 favorevoli, 249 contrari e 13 astensioni, segnando un punto di svolta storico: per la prima volta un testo legislativo è stato approvato con il supporto congiunto del PPE e dell’estrema destra, rompendo il cosiddetto “cordone sanitario”.
Questo sviluppo ha suscitato preoccupazioni tra i socialisti e i democratici, che hanno espresso rammarico per l’approvazione del testo, vedendo in esso un segnale di instabilità per la coalizione che sostiene Ursula von der Leyen. Alcuni suggeriscono che questa alleanza potrebbe preludere alla fine della cosiddetta “maggioranza Ursula”, che finora ha sostenuto con fermezza l’Accordo Verde (Green Deal).
Tuttavia, la posizione finale del Parlamento si è rivelata meno ambiziosa di quella dei governi su alcuni punti cruciali. In particolare, le soglie per la rendicontazione sull’impatto ambientale e sociale sono state innalzate, gli obblighi di due diligence sono stati ridotti, e l’obbligo per le grandi imprese di preparare un piano di transizione per essere compatibili con l’Accordo di Parigi è stato eliminato.
Queste modifiche non sono sorprendenti per chi, come me, da anni osserva l’evoluzione della tematica ESG in Europa. L’approccio dell’Unione Europea, in particolare da parte delle istituzioni governative, è stato troppo moralistico e intransigente, senza tenere conto delle difficoltà reali affrontate dalle banche e dalle piccole imprese. Come consulente, ho potuto constatare quotidianamente le sfide delle micro-imprese, e ora queste modifiche mi sembrano un segnale positivo per loro. Se la pressione sulle multinazionali si sta allentando, è probabile che lo stesso accada per le piccole e medie imprese, speriamo in tempi brevi.
Malvezzi Quotidiani, comprendere l’economia umanistica con Valerio Malvezzi










