Sembra che finalmente la guerra in Ucraina sia presto a terminare. Hoc erat in votis. Infatti il guitto di Kiev, l’attore nato con la N maiuscola Zelensky, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, ha accettato infine la bozza della proposta di pace così come è stata stabilita da Washington e da Mosca, da Trump e da Putin. Come direbbe il poeta Nunquist Bibendum.
Il ruolo dell’Unione Europea
L’Unione Europea però non giubila affatto e anzi massimamente si rattrista, rivelando una volta di più la propria inutilità e, dirò di più, la propria stoltezza. Anziché accogliere con favore la possibile e auspicabile fine del conflitto e dunque del massacro di vite umane, l’Unione Europea una volta di più agisce in maniera deplorevole. Si rattrista per il fatto di non essere minimamente coinvolta nelle trattative e quasi vorrebbe, in fondo, che la guerra continuasse. Anche Elly Schlein, la vestale della sinistra fucsia liberale atlantista, ha dichiarato solennemente che non può esservi pace in Ucraina in assenza dell’Unione Europea. La frase ricorda, nemmeno troppo vagamente, quella del bambino malmostoso e capriccioso che porta via con sé il pallone sostenendo che senza di lui non si può giocare. La verità, non detta perché non dicibile, è che l’Unione Europea non conta letteralmente nulla, essendo soltanto la serva sciocca di Washington e, di più, la colonia senza dignità e senza spessore della civiltà stelle e strisce.
Il ruolo di Zelensky e la strategia americana
Alla fine, comunque, il guitto di Kiev ha capito la dolorosa lezione. Egli è stato soltanto un burattino telecomandato da Washington in funzione antirussa. La guerra in Ucraina, infatti, è stata propiziata da Washington con una finalità precisa: accerchiare la Russia di Putin e farla infine capitolare, normalizzandola in senso liberale e atlantista. Sembrava, a dire il vero, che negli anni ’90 questo progetto già in essere si potesse realizzare piuttosto facilmente, con Gorbaciov prima e con Yeltsin dopo. Tutto cambiò radicalmente però con l’ascesa al potere di Vladimir Putin, che da subito principiò a opporsi all’anglobalizzazione, ossia all’americanizzazione del mondo e soprattutto della Russia.
Il nuovo quadro geopolitico
Ora che Trump, con sobrio realismo, ha compreso l’impossibilità di sconfiggere la Russia, e dunque l’esigenza imprescindibile di dialogare con essa in vista della pace, il burattino nato con la N maiuscola, attore e dittatore, in una parola dittattore, diventa sostanzialmente inutile e forse anche dannoso, ed è dunque pronto a essere sacrificato, come accade nel noto romanzo Pinocchio con le marionette del perfido e cinico burattinaio Mangiafuoco. Il fabula docet, evidente e incontrovertibile, è che Russia e Cina non possono essere sconfitte dalla civiltà del dollaro, la quale deve rassegnarsi a coesistere accanto ad esse in uno spazio che sempre più si sta facendo multipolare o multilaterale. Con buona pace di Francis Fukuyama, la storia non è finita. Finita semmai è una storia: quella della dominazione univoca del pianeta da parte della civiltà talassocratica dell’hamburger.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro










