In un suo recente intervento, chirurgicamente preciso come sempre, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha dichiarato testualmente di non avere alcuna intenzione di fare guerra all’Europa. Ha altresì affermato che, se però l’Europa volesse la guerra, la Russia sarebbe pronta a combattere e, come usa dire, a vendere cara la propria pelle. Insomma, per sunteggiare, la Russia non ha alcun interesse a fare la guerra all’Europa, ma nel caso di un attacco preventivo, come quello evocato sciaguratamente da Cavo Dragone, sarebbe ragionevolmente pronta a difendersi con le unghie e con i denti.
Queste parole, tuttavia, sono state completamente travisate, in maniera tutt’altro che innocente, dai giornali più letti e soprattutto più venduti d’Europa, i quali, con titoli a caratteri cubitali, si sono affannati goffamente a sostenere che la Russia di Putin minaccia l’Europa. Ciò contribuisce a corroborare la tesi dello stesso Putin, il quale in passato ebbe ad affermare che l’Occidente rappresenta oggi l’impero della menzogna, più precisamente l’impero della propaganda. Ovviamente le masse teledipendenti e tecno-narcotizzate leggono soltanto i titoli dei giornali più letti e più venduti e non vanno poi ad ascoltare che cosa abbia realmente detto Putin.
L’impero della propaganda e il riarmo europeo
Di conseguenza, esse ripetono pavlovianamente che Putin è un dittatore perfido, pronto a invadere l’Europa. Così, d’altro canto, funziona l’alienato e alienante regno della propaganda: le menzogne vengono ripetute urbi et orbi, ipnoticamente, senza spazio alcuno per la verità e per il contraddittorio, cosicché la menzogna stessa può agevolmente imporsi come unica verità consentita.
È il tempo del pensiero unico come unico pensiero consentito, ed è altresì la dialettica del giornalismo europeo, in grazia della quale la propaganda si dà mediante l’informazione e, insieme, l’informazione si offre come propaganda. La narrazione, come sappiamo, risulta, nel caso specifico, funzionale alla preparazione delle masse manipolate all’idea di una guerra necessaria con la Russia. In specie, essa serve a giustificare l’altrimenti ingiustificabile riarmo europeo, secondo il manicomiale piano del Rearm Europe, poi ribattezzato ipocritamente Preserving Peace. Serve anche a giustificare l’aggressione preventiva ai danni della Russia, secondo la sciagurata strategia delineata qualche settimana addietro dal già citato Cavo Dragone. Insomma, possiamo dirlo una volta di più: è l’Europa, non la Russia, a volere la guerra. Ma l’Europa, ipocritamente, finge che a volerla sia la Russia di Putin.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro











