Intervista all’ex Lazio Stefano Fiore ▷ “Rimpianti? Finale di carriera buio. Su Lazio e Roma…”

Stefano Fiore (Cosenza, 17 aprile 1975) è un ex centrocampista italiano, vicecampione d’Europa con la Nazionale nel 2000 e protagonista in Serie A tra gli anni ’90 e i primi Duemila. In carriera ha totalizzato 321 presenze e 48 reti in Serie A, 62 presenze e 9 gol nelle coppe europee e 38 presenze e 2 reti in Nazionale maggiore.

Formatosi nel vivaio del Cosenza e lanciato giovanissimo dal Parma, ha vissuto stagioni di alto livello con Parma, Udinese e soprattutto Lazio, con cui ha vinto la Coppa Italia 2003-2004 risultando capocannoniere della competizione. Nella sua lunga esperienza in Italia e all’estero ha vestito anche le maglie di Padova, Chievo, Valencia, Fiorentina, Torino, Livorno e Mantova, prima di chiudere la carriera tornando nella sua città natale.

Calciatore tecnico, ambidestro, duttile tatticamente – mezzala, esterno, trequartista – è considerato un precursore del centrocampista moderno grazie alla qualità negli inserimenti, ai cross dal fondo e alla precisione nel tiro dalla distanza.

Con la Nazionale di Dino Zoff ha disputato da protagonista l’Europeo del 2000, segnando contro il Belgio e giocando anche la finale di Rotterdam. Ha partecipato anche al torneo del 2004 sotto la guida di Giovanni Trapattoni.

Terminata la carriera, ha ricoperto il ruolo di dirigente e direttore sportivo del Cosenza, ha conseguito l’abilitazione da ds a Coverciano e, dalla stagione 2014-2015, è opinionista televisivo.

L’intervista a Stefano Fiore

RAUCCI – Cosa ne pensi della proposta di Sarri di spostare il VAR dalla parte opposta alle panchine?

La trovo un’idea brillante e applicabile. Arrivare a questo non è, però, una bella notizia per il nostro movimento. In altri paesi, l’arbitro non si può discutere, nessuno gli si può avvicinare. Il nostro modo di fare e di agire è sempre stato discutibile. Per questo, la proposta di Sarri andrebbe accolta per limitare l’intervento delle panchine“.

RAUCCI – Per quanto riguarda la Coppa Italia, la formula non convince molto perché favorisce sempre le big. Cambieresti qualcosa?

Assolutamente si. Mi piacerebbe che la Coppa Italia fosse più simile alla FA Cup per dare a tutti la possibilità di avere qualche chance di scrivere qualche bella pagina di storia. In Inghilterra ci sono stati casi in cui squadre piccole hanno eliminato squadroni. La coppa nazionale dovrebbe avere questo spirito“.

PRUZZO – Nel nostro campionato c’è gente che non sa nemmeno calciare la palla. Hai qualche proposta per migliorare il nostro calcio?

Da grande bomber quale sei stato mi hai messo in difficoltà. Per rispondere purtroppo ci vorrebbe tanto tempo, il discorso andrebbe ampliato e bisognerebbe parlare di tante cose. Di sicuro, bisogna aprire gli occhi. Dire una cosa, due o tre sarebbe riduttivo, il lavoro da fare è tanto. Da troppi anni siamo fermi a livello di programmazione dei nostri giovani, bisognerebbe partire da qui. Da Coverciano dovrebbe partire una profonda rifondazione di tutto ciò che non va e speriamo possano farlo presto“.

VISNADI – Quale dei giovani allenatori ti sta piacendo di più, che ha portato qualcosa di nuovo?

Per me Italiano. Negli ultimi 4/5 anni ha avuto una crescita importante, esponenziale. Credo sia uno dei profili migliori, ovunque è andato ha fatto bene ed è migliorato“.

AGRESTI – Un giudizio sulla Lazio. Quali ambizioni può avere?

La Lazio rimane una buona squadra, nonostante il mercato bloccato. Se Sarri avesse avuto tutta la rosa a disposizione, avrebbe qualche punto di più. Detto questo, per come gioca Sarri, manca di almeno un paio di giocatori, soprattutto interni di centrocampo di un certo tipo e un attaccante di valore. Credo che la Lazio possa ambire all’Europa League, sicuramente non alla Champions. Se si potrà intervenire sul mercato a gennaio, penso che la Lazio possa fare quel salto in più, ma c’è bisogno di maggior qualità“.

RAUCCI – Ti aspettavi la Roma così in alto e chi è, secondo te, la squadra più forte della Serie A?

Non mi aspettavo la Roma così in alto, soprattutto considerano le difficoltà offensive dei giallorossi. Gasperini ha dato un’identità precisa anche se ancora non ha plasmato la squadra, ma il suo lavoro è cominciato da pochi mesi. Penso che, al completo, il Napoli sia la squadra più forte: sono i campioni in carica e hanno fatto un buon mercato. Poi, l’Inter. Ci potrebbe essere qualche sorpresa, tipo il Milan“.

RAUCCI – Qual è il tuo sogno nel cassetto e hai qualche rimpianto?

Sono già molto contento per quanto ricevuto, mi ritengo fortunato per la mia carriera. Si, ho rimpianti. Ho avuto un finale di carriera un po’ buio, avrei potuto giocare di più. Non so perché ho smesso così presto. In questo calcio mi rivedo sempre meno“.