“Corruzione Ucraina? A Bruxelles sta accadendo lo stesso” ▷ La pesante accusa del ministro ungherese

L’Unione Europea ha appena raggiunto il trilogo, cioè l’accordo tra Consiglio e Parlamenti europei, sulla questione del gas russo. La Commissione von der Leyen vuole interrompere in maniera definitiva la fornitura con lo scopo di infliggere un danno alla Russia, tramite la stessa logica delle sanzioni. “Sin dall’inizio l’Ucraina ha potuto fare affidamento sull’Europa. Dobbiamo far sì che la guerra costi per Putin“, ha detto von der Leyen, che con questo intento punta a mettere le mani sugli asset russi congelati, incontrando ancora, per ora, delle resistenze. Sul gas l’opposizione arriva soprattutto dai Paesi dell’Est Europa, tra cui Slovacchia e Ungheria. Robert Fico e Viktor Orban hanno svariate volte insistito per fermare lo stop alla fornitura, considerata fondamentale per non far schizzare in alto le bollette dei cittadini. L’Ungheria lo ha ripetuto ancora in occasione del recente vertice NATO dei ministri degli Esteri.

Un “diktátum ideologico” lo definisce il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó, che alla questione aggiunge una pesante accusa a Bruxelles: “Già durante l’ultima riunione del Consiglio dei ministri degli Esteri mi era sembrato strano che nessuno menzionasse l’enorme scandalo di corruzione in corso in Ucraina”

“A Bruxelles la stessa corruzione di Kiev”

Il ministro degli Esteri si riferisce alla recente “Tangentopoli” ucraina, in cui alti funzionari del governo Zelensky avrebbero orchestrato un vasto schema di corruzione nel settore energetico, con tangenti per oltre 100 milioni di euro su appalti per la sicurezza delle centrali nucleari gestite da Energoatom, la compagnia statale del nucleare.

Nessuno ha chiesto conto agli ucraini dei centinaia di miliardi di euro di aiuti dell’Unione Europea – ha detto il ministro ungherese – dopo che è emerso che in Ucraina è in atto una corruzione organizzata ai massimi livelli dello Stato e che i soldi dei contribuenti europei sono finiti nelle mani di una mafia bellica. Credo sia ormai chiaro perché Bruxelles non chieda conto a Kiev. Perché a Bruxelles sta succedendo esattamente quello che sta succedendo a Kiev“.

L’altro riferimento di Szijjártó va in direzione delle recenti dimissioni di Federica Mogherini da rettrice del Collegio d’Europa, dopo essere stata accusata di frode in appalti pubblici, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale.