
La diffusione di uno spot in cui parlamentari democratici esortano militari, forze dell’ordine e apparati di intelligence a ignorare presunti ‘ordini illegali’ dell’amministrazione in carica ha aperto uno squarcio sulle tensioni politiche americane. Un’iniziativa senza precedenti recenti, che solleva dubbi sulla crescente polarizzazione e sull’uso della comunicazione politica come strumento di pressione sulle istituzioni.
Uno spot protetto dal Primo Emendamento
Per Bonifacio Castellane, intervenuto in diretta, lo spot dei parlamentari democratici che invita a disobbedire agli ‘ordini illegali’ dell’amministrazione è ‘qualcosa di chiaramente eversivo’. Ma, osserva, negli Stati Uniti questo tipo di messaggi rientra nella larga protezione del Primo Emendamento: “Loro giocano su questo, e gli americani sono abbastanza vaccinati da capire cosa è teatro politico e cosa no”.
Castellane ricorda come la politica americana sia abituata a toni sopra le righe, con parlamentari che “si travestono, cantano, ballano”, una teatralità impensabile in Europa. “Da noi un invito così sarebbe un reato”, nota, mentre negli USA si accetta come parte del gioco.
Il richiamo alla tradizione del ‘rifiuto dell’ordine ingiusto‘
Secondo lui, i democratici richiamano la tradizione militare del rifiuto dell’ordine ingiusto, radicata nella storia e nella giurisprudenza americana. Ma la loro narrazione si è ormai incardinata in uno schema manicheo: “La religione dei buoni che abolisce i confini e quella dei cattivi che chiede i passaporti”. Un impianto retorico che però si è scontrato con il voto popolare: “La red wave ha già risposto per tutti”.
Sul tema degli ordini illegali, Castellane è netto: la possibilità di rifiutare un comando esiste davvero, “ma solo in guerra, e sapendo che rischi la Corte Marziale”. Richiamarla in un contesto politico ordinario, conclude, significa esasperare inutilmente una tensione già altissima.









