IL PIANO CONTRO MELONI – La vicenda che ha coinvolto Francesco Saverio Garofani, segretario del Consiglio Supremo di Difesa e consigliere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha sollevato un mare di polemiche in queste ultime ore. Garofani si è trovato al centro di una controversa rivelazione dopo una cena con alcuni amici romani, durante la quale avrebbe confidato riflessioni politiche, rivelando una sorta di complotto per fermare il governo di Giorgia Meloni.

Le sue parole, che facevano esplicito riferimento anche alla possibilità di un intervento esterno per rallentare l’ascesa della Meloni e della sua coalizione, sono state subito oggetto di duri commenti. Galeazzo Bignami (capogruppo di Fratelli d’Italia) ha chiesto chiarimenti, sollevando la questione della neutralità e imparzialità della corte del Quirinale. La situazione ha portato alla luce non solo la leggerezza di Garofani nell’esporsi in un contesto così delicato. Ma anche il possibile impatto che queste affermazioni potrebbero avere sull’immagine dell’istituzione presidenziale, considerata da sempre al di sopra delle parti politiche.

Il luogo della cena, un ristorante romano nei pressi di piazza Navona, è divenuto il simbolo di questa inaspettata e imbarazzante rivelazione. Garofani, che ricopre un ruolo istituzionale di estrema delicatezza, è stato accusato di aver usato la sua posizione per fare confidenze politiche che non dovrebbero appartenere a un consigliere del Presidente. L’episodio, purtroppo, ha sollevato un dubbio fondamentale: la presunta imparzialità del Quirinale sta cominciando a vacillare agli occhi di molti cittadini.

Marcello Foa: “Il caso Garofani non solo è un regalo alla Meloni, ma sancisce la fine della presunta terzietà di Mattarella

Marcello Foa, giornalista e ex presidente della Rai, ha commentato aspramente la vicenda, sostenendo che le parole di Garofani hanno rivelato un chiaro intervento politico da parte della corte presidenziale. In un suo tweet ha affermato: “La fortuna di Giorgia Meloni è che da questa vicenda il pubblico di centrodestra esce ricompattato. Con crescente sfiducia nei confronti del Quirinale”. Per Foa, il Colle non è più super partes come dovrebbe essere. La vicenda Garofani, a suo avviso, ha messo in luce che Sergio Mattarella e i suoi consiglieri non sono riusciti a mantenere la neutralità prevista dalla Costituzione. In effetti, la presenza di figure come Garofani compormette necessariamente la percezione che i cittadini hanno della terzietà del Quirinale.

Foa è particolarmente critico nei confronti del Presidente della Repubblica per non aver preso provvedimenti chiari e decisi in risposta a quanto accaduto. Anzi, la difesa di Garofani da parte dell’istituzione presidenziale ha finito per peggiorare ulteriormente la situazione. “Se il Quirinale continua a difendere Garofani, Meloni e Bignami fanno benissimo a chiedere chiarimenti,” ha aggiunto Foa, evidenziando come questa vicenda abbia acuito il sentimento di sfiducia tra i sostenitori del centrodestra e, più in generale, tra i cittadini che vedono ormai il Quirinale come un attore politico.

Il Quirinale e il Potere Politico

In diretta su “Lavori in Corso”, Foa ha approfondito ulteriormente la questione, parlando delle implicazioni politiche della vicenda Garofani. Per il giornalista, questa situazione è particolarmente grave. Il perché è presto detto. Il Quirinale per sua natura dovrebbe essere neutrale e oggettivo, ha osservato lo scrittore. Non dovrebbe nemmeno pensare, né da parte del Presidente né da parte dei suoi consiglieri, a scenari politici alternativi.

Secondo Foa, la vicenda ha messo in evidenza una discrasia tra l’apparente neutralità del Quirinale e la realtà della sua influenza politica. La percezione che qualcosa non stia andando nel modo giusto è ormai diffusa tra i cittadini, ha aggiunto.