Pagato da Big Pharma? Tutta la verità sul caso Pregliasco

E adesso torna a far parlare di sé Fabrizio Pregliasco, uno dei protagonisti – non l’avrete indubbiamente obliato – della stagione ‘virologica superstar’. Noto tanto per la sua massiccia, e direi quasi ossessiva, presenza mediatica ai tempi dell’emergenza epidemica, quanto per alcune posizioni decisamente controverse – come quando esortò gli italiani all’autoerotismo per evitare la diffusione dei contagi. Stendiamo poi, per carità di patria, come usa dire, un velo pietoso sulla sua esibizione canora natalizia insieme a due colleghi, anch’essi protagonisti della medesima stagione virologica.

Finanziamenti da Big Pharma: la notizia e la difesa

Ebbene, apprendiamo ora che il prode Pregliasco ha ricevuto finanziamenti da colossi farmaceutici, vale a dire da Big Pharma. Il rotocalco Panorama titola in modo piuttosto netto: “Pregliasco confessa: pagato da Big Pharma”.
Il medico meneghino, per parte sua, in un’intervista apparsa ad Affari Italiani, ammette apertamente l’avvenuto finanziamento e spiega che non vi è nulla di strano, trattandosi del consueto modo di procedere della ricerca scientifica, mediante finanziamenti da gruppi privati.

I finanziamenti, ha spiegato con sicumera Pregliasco, sono “tutti alla luce del sole”, e dunque non vi sarebbe nulla di misterioso o di illecito.
Sarà senz’altro come dice il medico meneghino, ma qualche considerazione ‘controvento’ val comunque la pena di farla.

Una domanda scomoda

Che nei finanziamenti ai medici da parte del cosiddetto Big Pharma non vi sia nulla di illecito può anche essere, e non è neppure nostra intenzione metterlo in discussione. La questione, semmai, è un’altra, e vogliamo formularla – in modo neutro, senza alcun j’accuse preventivo – sotto forma di domanda: può davvero essere libera e super partes la ricerca quando dipende da finanziatori privati che hanno, con tutta evidenza, l’interesse a vendere i propri prodotti farmaceutici?

Non si crea forse un evidente cortocircuito in un sistema in cui chi finanzia la ricerca sulla bontà di un prodotto è lo stesso soggetto che poi lo commercializza? La nostra è una semplice domanda, come si diceva, non un j’accuse. Ognuno potrà rispondere secondo la propria sensibilità, e sempre auspicabilmente pensando con la propria testa.

Questa vicenda, oltretutto, dovrebbe contribuire a far crollare una volta per tutte l’ingenuo mito della neutralità della scienza.
Quest’ultima, infatti, non rappresenta affatto oggi uno ‘sguardo da nessun luogo’, per usare la nota formula di Thomas Nagel.
La scienza è invece puntualmente situata nel diagramma dei rapporti di forza della società turbocapitalistica e svolge, non di rado, la parte di agente simbolico di riproduzione dell’ordine dominante. Rientra dunque, per dirla con Karl Marx, nella categoria dell’ideologia.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro