Il club giallorosso intende porre le basi per un progetto vincente di cui già si stanno vedendo i segnali: doppia firma per il vertice
A fari spenti. Una cosa quasi impossibile da immaginare in una città rinomata per il suo calore ma anche per i troppi voli pindarici fatti negli ultimi decenni, quando spesso – nelle chiacchiere da bar o sotto l’ombrellone – in tanti avevano creduto di poter lottare per lo scudetto nell’anno a venire. Salvo poi ritrovarsi a fare i conti con stagioni più che deludenti, quanto meno in relazione alle aspettative createsi.

Forse è proprio questo – oltre agli ottimi risultati ottenuti finora – il più grande merito di Gian Piero Gasperini. Che ha portato la cultura del lavoro e il grande spirito di sacrificio nella parte giallorossa della Capitale. Facendo breccia anche tra i più scettici. Anche nell’animo di chi aveva creduto che la distanza culturale (nonché di idee tecnico-tattiche) non potesse essere colmata. Almeno non così rapidamente.
Cavalcando il comunque ancora moderato entusiasmo della piazza, giova ricordare che l’allenatore di Grugliasco non ha nemmeno lontanamente realizzato tutti i desideri di mercato espressi la scorsa estate: figuriamoci dove potrebbe arrivare la sua Roma se a gennaio i Friedkin e Massara riuscissero ad accontentare il guru piemontese.
Al di là di chi potrebbe approdare a Trigoria col mercato invernale, il grande artefice del miracolo Atalanta sa di poter contare su due colonne davvero insostituibili nel suo scacchiere tattico. Due leader che a breve potrebbero legarsi alla Roma a vita.
Mancini e Cristante fino al 2030: prende quota il progetto Roma
Sebbene protagonisti di percorsi differenti – e di diversi feeling col pubblico romanista – Gianluca Mancini e Bryan Cristante sono tra i maggiori artefici dell’ottimo cammino stagionale della squadra giallorossa.

Entrambi in scadenza a giugno 2027 ed entrambi ex allievi proprio del Gasp in quel di Bergamo, i due nazionali azzurri rappresentano quella garanzia ‘Made in Italy‘ rivelatasi fondamentale anche per cementare il gruppo.
Il difensore centrale, sanguigno e ‘cattivo’ anche in campo, è il comandante della difesa; il centrocampista, disciplinato tatticamente e professionista esemplare, è il leader silenzioso. Quello che però, dall’alto della sua settennale esperienza alla Roma – ha iniziato proprio quest’anno la sua ottava stagione nel club – ha un peso incalcolabile nell’economia dei rapporti tra i giocatori e tra questi e lo staff tecnico.
Come rivelato da ‘La Gazzetta dello Sport‘, i due sarebbero in procinto di firmare il loro prolungamento di contratto fino al 30 giugno 2030. Un modo per investirli di nuove responsabilità assicurandosi nel contempo una continuità tecnica che potrebbe essere decisiva per spiccare il volo verso grandi traguardi. Senza fare voli pindarici, stavolta…










