Il torneo ATP Masters 1000 di Shanghai ha riservato una delle più grandi sorprese delle ultime stagioni: i due rivali restano a bocca aperta
Nemmeno il tempo di dire – un’affermazione, quella fatta da Roger Federer, che ha suscitato delle inevitabili polemiche – che gli organizzatori dei grandi eventi del circuito ATP favorirebbero, con la scelta di superfici più lente, l’avanzare nei vari tornei di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz (già dominatori conclamati del tennis contemporaneo) dal 2024, che il destino si è ribellato. Regalando una favola che non basterebbe un libro intero, forse, per raccontarla.

Che qualcosa di speciale bollesse in pentola, lo si era capito dal forfait del numero uno del mondo per l’ATP Matsters 1000 di Shanghai. Nonché la partecipazione, un po’ a sorpresa, di Novak Djokovic alla kermesse. Chi aveva legittimamente pensato che questo significasse strada spianata per il bis di Sinner in Cina non aveva però fatto i conti con l’imponderabile.
Materializzatosi sotto forma di caldo torrido e di un’umidità da record che ha messo ko il campione altoatesino. Tutto in discesa per il fuoriclasse serbo, allora? Macché.
Opposto al semisconosciuto Valentin Vacherot – numero 204 prima del torneo – in semifinale, il 24 volte campione Slam ha ceduti di schianto 6-3, 6-4, consentendo al tennista monegasco di andarsi incredibilmente a giocare un titolo 1000…col cugino.
Già perché Arthur Rinderknech, protagonista a sua volta di un percorso magnifico, è imparentato col classe ’98 del Principato di Monaco: considerando l’oggettivo divario tecnico tra i due, tutti erano pronti a scommettere sulla vittoria del francese, già capace di battere Michelsen, Zverev, Lehecka, Auger-Aliassime e Medveded in una 10 giorni magica. Ma anche stavolta il fato aveva pensato ad un finale diverso. Il più inaspettato.
Vacherot Re a Shanghai: quanti record battuti dal tennista
Tecnicamente nemmeno inserito nel tabellone delle qualificazioni (Vacherot era il numero 22 nella lista degli alternates), il monegasco è riuscito a giocarsi le sue chances di entrare nel main draw solo grazie al forfait last minute di Luca Nardi.

Protagonista di una cavalcata leggendaria, che l’ha portato a sconfiggere, ovviamente non senza penare, in rapida successione, Dere, Bublik, Machac, Griekspoor, Rune e il citato Djokovic, l’underdog non ha tremato nemmeno nell’atto conclusivo. Pur avendo perso il primo parziale per 6-4, l’uomo del destino ha ribaltato la contesa, vincendo il suo primo Masters 1000 in carriera.
Incredibile il balzo nel ranking ATP dopo l’affermazione asiatica: Vacherot è infatti schizzato al 40esimo posto in classifica. Grazie alla memorabile impresa, il quasi 27enne giocatore è entrato nel ristrettissimo club dei tennisti vincitori di un Masters 1000 che non siano stati mai in Top 20: Roberto Carretero e Chris Woodroof gli ex colleghi che condividono col monegasco questo curioso primato. Ma c’è dell’altro.
Grazie al Masters 1000 messo in bacheca, Vacherot può dire di aver conquistato, nel 2025, più trofei di questa categoria di Sinner e Djokovic messi insieme. A causa dello stop forzato dell’azzurro, e dei centellinati impegni dello slavo infatti, Jannik e Nole sono ancora a secco di titoli ‘1000’ nell’anno solare. E resta solo il torneo indoor di Parigi per eventualmente, al massimo, eguagliare Vacherot. Ma potrà farlo ovviamente solo uno dei due campioni…










