L’annuncio del club non lascia spazio a dubbi: problemi extra calcistici alla base della rescissione dell’accordo tra le parti
Un palmarès che non ha nulla da invidiare ai più grandi calciatori degli ultimi 15 anni. Un talento forse discontinuo, certamente fragile, ma che quando veniva sprigionato faceva letteralmente innamorare. Un percorso comunque glorioso, fatto di tanti successi collettivi e ma anche di diversi problemi extra campo. Oltre che di una preoccupante e limitante fragilità fisica.

Ha letteralmente fatto man bassa di trofei ovunque sia andato a giocare, Douglas Costa, l’esterno brasiliano approdato in Europa nel gennaio 2010 grazie alla lungimiranza degli osservatori dello Shakhtar Donetsk, club ucraino impegnato con continuità in Champions League in quegli anni.
Lo straordinario rendimento col club che fu di un certo Andriy Shevchenko convinse i dirigenti del Bayern Monaco, uno dei giganti d’Europa, a tesserare il sudamericano: due stagioni coi bavaresi per il mancino classe ’90, poi sbarcato a Torino nel luglio del 2017 con la formula del prestito oneroso trasformatosi 12 mesi dopo in acquisto a titolo definitivo per la bellezza di 46 milioni totali come investimento per la società bianconera.
Devastante nelle sue giornate migliori, capace di prodezze balistiche fuori dal comune, Douglas Costa è stato una sorta di croce e delizia per l’esigente pubblico dello Stadium. Anche nell’ottica di un ridimensionamento del monte salariale, l’esperienza dell’ex Gremio alla Juve si concluse senza squilli di tromba, con un revival di una stagione ancora al Bayern e poi col ritorno a casa nel club brasiliano che lo aveva lanciato nel grande calcio.
Dall’Australia ai guai giudiziari in Brasile: addio Douglas Costa
Successivamente il calciatore, formalmente ancora di proprietà Juve, fu lasciato libero di accasarsi, a costo zero, ai Los Angeles Galaxy, ambizioso club di MLS. Due stagioni, al solito discontinue, negli USA e ancora il ritorno al Brasile, nel Fluminense, per un’esperienza flash di sei mesi per poi passare, sempre in qualità di free agent, al club australiano del Sidney FC.

Proprio la società che ora, ad un anno esatto dal suo arrivo nella metropoli, ha deciso di interrompere, in accordo con lo stesso calciatore, il contratto tra le parti.
Dietro una decisione che sarebbe stata assolutamente sorprendente fino a qualche settimana fa c’è però l’ombra del sistema giudiziario brasiliano. Su Douglas Costa è stato infatti emesso un mandato d’arresto dal tribunale di Porto Alegre, nel suo paese Natale.
La motivazione risiede, scrive il portale ‘Globoesporte.com‘, nel mancato pagamento degli alimenti all’ex moglie per un debito equivalente a più di 78 mila euro. Il calciatore, non nuovo a provvedimenti di questo tipo per lo stesso argomento, è stato condannato a 30 giorni di carcere: sulla sua testa pende un mandato di cattura valido per 24 mesi. Douglas Costa può essere fermato da qualsiasi ufficiale giudiziario o autorità di polizia.
Da qui l’inevitabile decisione, presa di concerto col Sidney FC, di interrompere il contratto. Del resto le citate pendenze legali impediscono al giocatore di lasciare il Brasile per volare in Australia.










