Notizia che ha del clamoroso nel mondo dello sport internazionale: questo grande talento ha detto addio a soli 21 anni, lasciando tutti a bocca spalancata.

Quanto dura in media la carriera agonistica di uno sportivo? Ovviamente non esiste una risposta che valga per tutti, visto che dipende fondamentalmente dal tipo di attività che si pratica. Diciamo che in tendenza un atleta che inizia a fare sul serio subito dopo la maggiore età ha a disposizione circa 15 anni per gareggiare al top della forma.

Ciclismo su strada
Addio improvviso a soli 21 anni, il mondo dello sport è sconvolto (Pexels) – radioradio.it

Vi sono atleti, come ad esempio Fernando Alonso nell’automobilismo o Zlatan Ibrahimovic nel calcio, che decidono di superare addirittura i 40 anni di età continuando a praticare il loro sport del cuore ad alti livelli. Altri invece, al contrario, preferiscono dire basta ai primi accenni di difficoltà, smettendo relativamente presto con la pratica agonistica per svariati motivi, dagli infortuni continui alla mancanza di motivazioni reali.

Questo secondo caso è ciò che è capitato ad un eccellente e talentuoso ciclista. Il quale però non ha deciso di appendere il manubrio al chiodo dopo un percorso comunque soddisfacente e duraturo. Bensì ha scelto di dire addio allo sport a soli 21 anni, quando la sua carriera stava ancora per decollare.

Mondo del ciclismo a bocca aperta: il tedesco Louis Kitzki si ritira a soli 21 anni

Il protagonista di questa scelta, a dir poco inaspettata ed inusuale, è un ciclista considerato internazionalmente un grande talento, pronto al grande salto nel mondo delle due ruote ma deciso più che mai a dire basta. Ovvero Louis Kitzki, tedesco di 21 anni che ha preso una decisione capace di lasciare tutti a bocca aperta.

Louis Kitzki
Mondo del ciclismo a bocca aperta: il tedesco Louis Kitzki si ritira a soli 21 anni (Instagram) – radioradio.it

Il classe 2004 era entrato da poche settimane a far parte di un team molto importante del ciclismo europeo, la Alpecin Decenuninck Development. Un ingaggio raggiunto grazie al concorso con la Zwift Academy, che lo aveva premiato e consacrato come uno dei migliori talenti emergenti in Germania.

Kitzki però ha deciso di cambiare strada, prima di pentirsene. Il motivo? La troppa pericolosità del ciclismo, come dimostrato da alcuni episodi gravi a cui ha assistito da vicino. In primis la morte del 25enne André Degre lo scorso anno, durante il Giro dell’Austria. Successivamente, solo un mese fa, è arrivata anche la tragedia dell’italiano Samuele Privitera, il 19enne scomparso a seguito di un incidente al Giro della Valle d’Aosta.

Drammi che hanno allontanato di fatto Kitzki dal ciclismo su strada: “Dopo la mia ultima gara e la scomparsa di Samuele Privitera, ho deciso di ritirarmi dal ciclismo professionistico. Già lo scorso anno avevo avuto dei dubbi dopo la morte di Andrè Drege al Giro d’Austria. Eppure ho continuato a correre e ho in gran parte represso l’accaduto. Purtroppo non sono più stato quello di prima. Ero sempre più preoccupato per la mia sicurezza e mi sentivo sempre più a disagio nel gruppo. In definitiva, questo significava che non avrei mai potuto dimostrare in gara ciò che avevo costruito in allenamento. Alla fine, purtroppo, le corse erano diventate solo un fastidioso evento collaterale che dovevi accettare se volevi fare soldi con il ciclismo. Più una gara diventava caotica, più peggiorava il mio stato mentale. Senza la giusta mentalità, purtroppo il corpo funziona male”.