Scintille diplomatiche tra Mosca e Roma. Il Ministero degli Esteri russo ha inserito Sergio Mattarella in una lista di leader occidentali accusati di hate speech contro la Russia. Una mossa senza precedenti che ha provocato una reazione netta da parte del governo italiano e riacceso il dibattito sul deterioramento dei rapporti tra il Cremlino e l’Europa.

Il Quirinale ha scelto di non commentare ufficialmente, ma il presidente della Repubblica è tornato sul tema con parole dure durante la cerimonia del Ventaglio: “La Russia ha cancellato l’equilibrio che garantisce la pace in Europa”. Un passaggio che suona come una risposta indiretta (ma inequivocabile) a Mosca.

La lista

La politica italiana si è schierata con il capo dello Stato. La premier Giorgia Meloni ha definito l’iniziativa russa “un’inaccettabile provocazione”. Più sfumata la posizione della Lega, che ha espresso solidarietà in modo più cauto, ma non si è dissociata dal Quirinale.

Il documento pubblicato sul sito del Ministero degli Esteri russo, intitolato “Esempi di dichiarazioni di responsabili e rappresentanti delle élite di Paesi occidentali sulla Russia che usano l’hate speech” raccoglie dichiarazioni provenienti da 13 Paesi, tutti membri della NATO o dell’Unione Europea. Mattarella è l’unico rappresentante italiano citato, con un passaggio del discorso tenuto all’Università di Marsiglia il 5 febbraio scorso. In quell’occasione, il presidente aveva accostato l’invasione dell’Ucraina alle guerre di conquista del Terzo Reich, sottolineando il pericolo di una regressione storica.

Non solo Mattarella

Oltre a Mattarella, compaiono nella lista il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il segretario generale della NATO Mark Rutte (con tre dichiarazioni) e l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Kaja Kallas (con sette citazioni). Un solo nome dagli Stati Uniti: il senatore repubblicano Lindsey Graham, che aveva ipotizzato (tramite un post su X) un possibile bombardamento americano contro la Russia in caso di mancato rispetto dell’ultimatum imposto da Donald Trump per la pace in Ucraina. Aveva scritto “Se Putin e gli altri si chiedono cosa succederà al giorno 51, consiglio loro di telefonare all’Ayatollah”, riferendosi ai raid USA contro l’Iran.

Durante il suo discorso al Quirinale, Mattarella ha ampliato la riflessione denunciando “la postura aggressiva della Russia in Ucraina, un macigno sulle prospettive del continente europeo e dei suoi giovani”. Ha poi evidenziato la crescente preoccupazione tra i Paesi baltici e nordici: “C’è chi teme (o è convinto) che Mosca stia pianificando nuove azioni di aggressione, minacciando la sicurezza e persino l’indipendenza di alcuni Stati”.

Ma è sul terreno dell’equilibrio geopolitico che il capo dello Stato ha lanciato il messaggio più forte: “La scelta e la postura della Russia hanno più che stravolto: hanno cancellato l’equilibrio. Ed è proprio l’equilibrio che, nella storia, ha dissuaso dalle guerre e garantito la pace”.
Con questa nuova offensiva diplomatica, Mosca non solo punta il dito contro l’Occidente, ma cerca di rovesciare la narrativa internazionale sulla guerra in Ucraina. Roma, dal canto suo, ribadisce la linea di fermezza: nessuna equidistanza, pieno sostegno alla sovranità ucraina e condanna senza ambiguità dell’aggressione russa.
Il gelo, intanto, si fa sempre più profondo.