L’altro ieri, Lamine Yamal ha compiuto 18 anni. Oggi, lo sa tutto il mondo. Non per nuovi trionfi calcistici, ma per i rumor e le polemiche scatenate dopo il suo compleanno. L’associazione Adee – che difende i diritti delle persone con nanismo – ha rivelato che il talento del Barcellona avrebbe ingaggiato dei nani per intrattenere gli ospiti del party.

Dalle foto in famiglia al party blindato

Della festa, organizzata in una villa privata vicino Barcellona, si sa poco. Prima Yamal ha condiviso un momento in famiglia: pranzo al ristorante La Cúpula del Garraf, immortalato dal padre Mounir Nasraoui. Poi, serata blindata: 200 invitati, tra compagni del Barça e della Spagna, influencer, streamer e artisti come Quevedo, con protocolli anti-cellulare e privacy massima.

Lamine Yamal, la reazione dell’ADEE: l’associazione a tutela dei diritti dei nani

A rompere il silenzio è stata Adee, che ha annunciato di voler intraprendere vie legali. Nel comunicato ufficiale:

“In occasione del compleanno di Lamine Yamal, figura di spicco dello sport spagnolo, persone affette da nanismo sono state assunte esclusivamente per attività di intrattenimento e promozione. Per l’Adee, questo tipo di pratica è intollerabile perché perpetua stereotipi, alimenta la discriminazione e mina l’immagine e i diritti delle persone affette da acondroplasia o altre displasie scheletriche, nonché di tutte le persone con disabilità. L’associazione annuncia che intraprenderà azioni legali e sociali per tutelare la dignità delle persone con disabilità, considerando che tali azioni violano non solo la legislazione vigente, ma anche i valori etici fondamentali di una società che aspira a essere equa e rispettosa”.

È inaccettabile che nel XXI secolo le persone affette da nanismo continuino a essere usate come intrattenimento in feste private, e la cosa è ancora più grave quando questi incidenti coinvolgono personaggi pubblici come Lamine Yamal. La dignità e i diritti della nostra comunità non sono intrattenimento per nessuno, in nessuna circostanza” si legge ancora nel comunicato.

D’altro canto, però, no dei diretti interessati, in forma anonima, ha però raccontato a Marca:

Nessuno ci ha mancato di rispetto, lasciateci lavorare in pace! Non capisco perché tutto questo scalpore: siamo persone normali che fanno quello che vogliono, in modo del tutto legale. “Da un paio di anni questa gente ci sta letteralmente perseguitando. Lavoriamo come animatori, perché non possiamo farlo? Solo per la nostra condizione fisica? Se non fosse stata la festa di Yamal, non ci sarebbe stato tuttto questo casino”.

Il rifiuto di Claudia Calvo

Ha fatto notizia anche il rifiuto da parte della modella Claudia Calvo, che a Telecinco ha raccontato di aver ricevuto un’offerta di 15.000 € per 24 ore per partecipare al party di Lamine Yamal, ma di aver declinato l’invito proprio in virtù dello strano alone di mistero che ha avvolto, e continua ad avvolgere, l’intero evento.