Saremo brevi, come la “resistenza” della Nazionale italiana a Oslo, in quest’analisi fatta da domandine retoriche che la maggior parte di noi evita di porsi e da risposte che poi tutti dicono di conoscere da tanto troppo tempo.
La prima domanda non è difficile, almanacco alla mano: chi è stato il Presidente della FIGC dal 2018, ma soprattutto dal 2022 a oggi, con la seconda mancata qualificazione consecutiva alla Coppa del Mondo e la figura barbina – la rima vi dà un aiuto ulteriore – a Euro 2024?
La seconda è tutto sommato abbordabile, perché non necessita di chissà quali e quante ricerche sul fronte statistico: quanti giovani italiani promettenti avete visto esordire nella stagione 2024 – 2025, soprattutto di età inferiore ai vent’anni?
Per rispondere in modo esaustivo alla terza bisogna dare uno sguardo a un manuale d’anatomia, ma basta pure un Bignami: nelle scuole calcio e, a seguire, nelle giovanili delle società calcistiche italiane di ogni livello, quanto vengono premiati il talento e la tecnica e quanto la statura e la potenza fisica?
La quarta è tosta, ma al tempo stesso fin troppo semplice: secondo voi che fine farà l’inchiesta de “Le Iene” sulle agenzie di scouting di giovani talenti, che ha visto protagonista Salvatore Bagni?
Ecco. Poi, se pensate che basti, continuiamo pure a pensare che le cose possano tornare a posto cambiando CT. Ventura, Mancini, Spalletti hanno avuto le loro colpe in sette anni caratterizzati dalla vittoria di un Europeo ma ancora di più da fallimenti epocali, però nel Paese dove il capro espiatorio paga per tutti e altri restano incredibilmente saldi sulla propria poltrona, dove le logiche non cambiano mai e tutti sanno come vanno le cose ma nessuno denuncia con fermezza, dove la famiglia di un quindicenne bravino spesso viene avvicinata da chi chiede una tangente “mascherata”, appaiono francamente come i meno colpevoli.