Dai Vaccini, la gestione della Pandemia, fino al colpevole l’assenteismo della Chiesa nel corso del papato di Francesco: i valori sinceri della vita umana sono sotto attacco da tempo. Questo il senso dell’ultimo articolo di Martina Pastorelli, che su ‘La Verità‘ ha rilanciato con forza il discorso del cardinale e bioeticista Willem Jacobus Eijk, intervenuto a Roma in occasione del Terzo Convegno Internazionale di Bioetica. Il titolo scelto — «Nella cultura secolare è in atto una congiura contro la vita dei deboli» — suona come un’allerta e una presa di posizione chiara.
Secondo la giornalista, infatti, le parole del porporato olandese hanno il merito di denunciare lucidamente le derive di una società sempre più spietata nei confronti dei fragili, in nome di un efficienza disumanizzante: “Proprio le esistenze che avrebbero bisogno di più cura sono viste come un peso“, ha affermato Eijk, individuando nella triade scientismo, individualismo e dualismo le radici culturali dell’”ideologia della morte”.
Un messaggio potente, che la Pastorelli ha approfondito nel corso del suo intervento su “Un giorno speciale” insieme a Fabio Duranti, dove ha commentato l’articolo e offerto una lettura più ampia del tema.
Pastorelli: “COVID e vaccini, la scienza non è più al servizio dell’uomo”
In radio, Martina Pastorelli ha subito chiarito il significato del titolo scelto per il suo approfondimento: «I deboli siamo noi. E se non lo siamo oggi, lo saremo domani. È qualcosa che riguarda tutti».
Un’affermazione che cambia la prospettiva e trasforma una riflessione bioetica in un richiamo personale e diretto. Il suo ragionamento ruota attorno a una constatazione scomoda ma evidente: la scienza ha smesso di servire l’uomo per diventare strumento del potere.
«Oggi è vero il contrario di quanto si pensava: la scienza non è più al servizio dell’uomo. Si vedono esperimenti sul guadagno di funzione, come quelli che hanno portato alla fuga di virus come quello del Covid da un laboratorio. E continuano. Nonostante tutto», ha detto con fermezza la giornalista.
E ha rilanciato anche sugli ultimi sviluppi tecnologici: «Adesso ci sono anche i vaccini a base di RNA autoreplicante, sulla cui sicurezza ci sono forti dubbi. È un altro segnale: l’uomo è diventato un mezzo. Una cavia».
Una politica e un’economia disumanizzanti
Ma la deriva non riguarda solo la scienza. Pastorelli evidenzia come politica ed economia abbiano smarrito ogni legame con la persona:
«Oggi l’economia diventa finanza, non crea più ricchezza né lavoro, ma vantaggio per pochi e svantaggio per molti. E noi siamo dentro quella maggioranza».
Una denuncia ampia, che tocca anche la gestione dell’emergenza sanitaria:
«Durante il Covid si è passati sopra la libertà, sopra la salute del singolo, in nome di un presunto bene collettivo», ricorda, evocando l’appiattimento del dibattito e l’assenza di un contraltare valoriale.
E su questo punto si ricollega al cuore del messaggio del Cardinale Eijk: «È in atto una cultura della morte che non riconosce più il valore intrinseco della vita umana», una cultura che considera “scartabili” le vite che disturbano il benessere, l’abitudine o la produttività.
L’eclissi del senso di Dio, e quindi dell’uomo
A dare coerenza al discorso, secondo Pastorelli, è una visione che si è persa: quella trascendente.
«Questa cultura è caratterizzata da quella che Giovanni Paolo II chiamava l’eclissi del senso di Dio. E senza Dio, si eclissa anche il senso dell’uomo», afferma.
In altre parole, se non si riconosce più Dio come fonte della dignità umana, allora «è lo Stato, democratico o autocratico che sia, a decidere chi ha diritto alla vita» — una china pericolosa, che oggi si riflette nelle scelte politiche, sanitarie, bioetiche e anche ideologiche.
Pastorelli: “Francesco su aborto e eutanasia ha parlato, ed è stato chiaro. Ma gli hanno abbassato il volume”
Un passaggio delicato è stato poi dedicato al ruolo della Chiesa. A Duranti, che le ha chiesto conto del silenzio vaticano su questi temi durante gli anni cruciali, Pastorelli ha risposto senza ambiguità:
«Non è che la Chiesa ha cambiato idea. È che il volume di chi diceva certe cose è stato abbassato. E alzato quello di chi guardava altrove».
Ha poi precisato: «Papa Francesco su eutanasia e aborto è sempre stato chiaro. Ma quando diceva certe cose, non veniva citato. Veniva rilanciato solo su altri temi, come l’accoglienza incondizionata dei migranti, spesso in maniera ideologica».
“Oggi nel mirino c’è l’uomo”
L’intervento di Pastorelli si chiude con un appello accorato, senza concessioni alla retorica:
«Cosa deve ancora succedere perché la gente apra gli occhi? Non abbiamo sperimentato abbastanza? Oggi nel mirino c’è l’uomo. E non si può più ignorare».
Una voce forte, che rompe il silenzio su una delle questioni centrali del nostro tempo: la difesa della vita e della dignità umana in un mondo che rischia di svuotarne il senso.
GUARDA L’INTERVENTO INTEGRALE SU “UN GIORNO SPECIALE” – CON FABIO DURANTI