LEGA-FORZA ITALIA, DUE ANIME TROPPO DIVERSE – L’invettiva del segretario della sezione giovanile di Forza Italia Simone Leoni, all’ultimo congresso del partito berlusconiano, è solo l’ennesimo segno dell‘incoerenza intrinseca (e triste) alla coalizione di governo in carica dal settembre 2022. In fin dei conti, in una politica sempre più vuota, finalistica e meramente formale, non deve sorprendere che tanto l’opposizione del nostro paese, così come le forze al potere, si uniscano (in misura diversa) più in funzione di una missione “anti-qualcosa”, piuttosto che di una vera proposta programmatica.

Se da un lato, infatti, la pseudo-sinistra figlia dei rimasugli del ben più degno PCI continua imperterrita (come si dice a Roma) a vivere sulla montagna del sapone, lontana dai veri problemi del paese e unicamente come “antagonista passiva” della sua controparte, dall’altro l’impressione è che a dispetto dei proclami iniziali, anche al governo le cose non siano poi così tanto migliori.

Successi concreti e “storici”, fra le tante situazioni ambigue che hanno contraddistinto gli ultimi 3 anni, non si sono ancora visti sotto la reggenza di Giorgia Meloni, a cui è toccato inevitabilmente l’arduo compito di far coesistere, all’interno dell’unico (ipoteticamente) alveo delle destre, anime forse troppo divergenti fra di loro.

UE, Diritti Civili e non solo: il divario fra Lega e Forza Italia è destinato ad acuirsi sempre di più

La politica è forse una delle materializzazioni più evidenti del concetto di “Gioco delle Parti” di pirandelliana memoria. Prima della sua elezione nel 2022, Giorgia Meloni più volte ha accusato i suoi avversari di esistere solo in quanto “anti-destra”; un guscio vuoto privo di iniziativa concreta, e capace di sopravvivere in termini elettorali solo spingendo sulla paura verso il fascismo.

Non è questa la sede in cui si vuole sindacare su questo tipo di argomentazioni. Ciò che piuttosto si vuole far notare è come anche lei, per ottenere i numeri per governare, si sia vista costretta a creare mediaticamente, e simbolicamente una coalizione, apparentemente unitaria e solida contro “il sistema di potere” della sinistra (comizio a Piazza del Popolo – settembre 2022).

Si tratta di tutto fuorché di uno scandalo: è solo il gioco delle parti, appunto. Ognuno cerca in qualche modo di portare acqua al suo mulino, e sarebbe assurdo immaginare una concordanza esatta delle visioni di partiti che, per quanto ascrivibili mediamente a una direzione simile, restano comunque molto diversi.

Ma ciò a cui abbiamo assistito in questi ultimi giorni non fa altro che confermare una doppia incoerenza che non fa bene né alla maggioranza né alla stabilità politica del nostro paese. La mal sopportazione reciproca fra Forza Italia e Lega, e il tentativo maldestro di Fratelli d’Italia di fare da paciere su vari frangenti è un fatto impossibile da ignorare, e che a lungo termine potrebbe avere conseguenze decisive.

Ius Scholae e diritti civili: Tajani spinge verso una destra più liberale e popolare | La Lega, con Vannacci, ammicca all’estremismo

In prossimità del prossimo referendum dell’8-9 giugno, il tema della cittadinanza trova casa anche nei confini delle contraddizioni fra queste due forze politiche. Negli scorsi mesi, più volte il Vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani ha parlato dell’importanza di una riforma come quella dello “Ius Scholae”: cioè la concessione della cittadinanza agli stranieri che completano almeno dieci anni di istruzione obbligatoria in Italia. 

Il meeting di Rimini

In tal senso, l’ultimo meeting a Rimini dello scorso ottobre non ha che evidenziato ulteriormente la spaccatura fra Lega e Forza Italia. Per il Carroccio non si tratterebbe di “una priorità” (anzi…); per gli eredi di Berlusconi invece un’intenzione concreta.

Questa divergenza è ancora più chiara se si guarda alle dichiarazioni dello stesso Tajani, che in occasione dell’evento commemorativo in onore di Alcide De Gasperi ha rimarcato ulteriormente le differenze fra il suo partito e i suoi alleati.

Il sovranismo nazionale rischia di diventare un recinto antistorico. Essere italiano, essere europeo, ed essere patriota non è legato a sette generazioni, ma a quello che sei tu. Non sono né un pericoloso sovversivo né un estremista di sinistra, ma dico che bisogna guardare alla realtà per quella che è. Io insisto sulla formazione, sull’identità, sulla cultura, perché se tu accetti di essere europeo nella sostanza, sei italiano ed europeo non perché hai la pelle bianca, gialla, rossa o verde, ma perché dentro di te hai quelle convinzioni, perché vivi quei valori – ha affermato Tajani – perché dentro di te hai quell’anima europea. Se poi i tuoi genitori sono nati a Kiev, La Paz o Dakar è la stessa identica cosa», ha aggiunto il titolare della Farnesina.

In virtù di tutto questo, anche le parole del giovane Simone Leoni in riferimento alla delicatezza del tema dei diritti civili, oltre all‘attacco neanche troppo velato nei confronti dell’esponente della Lega Vannacci, assumono un significato diverso:Ci sono personaggi sconnessi dal tempo, che invece di uno spirito inclusivo ne scelgono uno escludente. Discriminando disabili con proposte di classi separate, persone di colore dicendo che non sono italiane e gay dicendo che non sono normali. E non si rendono conto che per ciascuna di queste aberrazioni ci sono nostri coetanei che si suicidano ogni giorno

L’UE e la legge del terzo mandato

Ma come se quanto detto finora non fosse abbastanza per provare la paradossale convivenza di due movimenti così differenti, ecco che in testa balenano altri frangenti in cui, chiaramente, le due forze in campo hanno assunto posizioni molto diverse.

Come non pensare alle opposte reazioni alla rielezione di von der Leyen alla Commissione Europea? In quell’occasione, Forza Italia, in accordo col Partito Popolare europeo, ha votato a favore della politica tedesca, al contrario dei suoi altri due alleati. La Lega in particolare, poi, non ha mai nascosto (soprattutto nell’era Salvini) il suo spiccato euro-scetticismo; cosa che effettivamente dà all’intero quadro una sfumatura piuttosto ironica.

E con gli esempi di questa strana convivenza si potrebbero riempire ancora pagine e pagine di giornale (in questo caso codici e codici di HTML…). La scelta da parte del Consiglio dei Ministri (esclusi quelli della Lega) di impugnare la legge della provincia autonoma del Trentino sulla possibilità del terzo mandato presidenziale (N.B., la fattispecie riguarda direttamente Fugatti, l’attuale governatore locale iscritto al Carroccio) è stata forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un’antinomia che, a lungo termine, può portare solo a due conclusioni: la risoluzione o la separazione.

Estrema destra e Democrazia Cristiana – Universi non compatibili

Se, probabilmente a ragione, da un lato la Lega è stata definita dagli accademici come un chiaro esponente di estrema destra (Vd. Passarelli G., La Lega di Salvini. Estrema destra di governo, Il Mulino, 2018, Bologna), dall’altro Antonio Tajani, il volto per eccellenza di Forza Italia, ha specificato senza esitazioni quella che è la posizione ideologica del suo partito.

Noi dobbiamo diventare sempre di più la forza politica che aggrega tutti coloro che si riconoscono nei valori cristiani, riformisti, atlantisti… In pratica, rioccupare l’area che al tempo apparteneva alla Democrazia Sinistra“.

Quindi sì, bene il gioco delle parti. Ma certe contraddizioni sono nocive sia per la stabilità del governo, sia soprattutto per la qualità generale del dibattitto politico del nostro paese.